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I vincitori dei premi più importanti del World press photo 2019 raccontano le storie dei migranti nelle Americhe. Dallo scatto drammatico della bambina che piange sul confine tra Messico e Stati Uniti alla carovana di migliaia di persone in marcia dall’Honduras verso una vita migliore.
La foto di una bambina che piange mentre sua mamma viene perquisita al confine tra Messico e Stati Uniti, scattata dal fotografo John Moore, ha vinto il premio principale del World press photo 2019, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo.
Credo che questa immagine sia arrivata al cuore di molte persone, così come al mio, perché ha reso umana una storia più grande. John Moore, vincitore World press photo of the year
Il nome della piccola è Yanela Sanchez, di origini honduregne, e l’immagine ritrae il momento in cui è stata presa in custodia insieme alla madre Sandra Sanchez dagli ufficiali di frontiera statunitensi in Texas, il 12 giugno scorso. Yenela e Sandra erano tra le numerose famiglie che hanno viaggiato centinaia di chilometri e attraversato il fiume Rio Grande dal Messico per arrivare negli Stati Uniti per chiedere asilo.
La loro storia si inserisce nel clima di tolleranza zero nei confronti degli immigrati voluta dall’amministrazione di Donald Trump sui confini americani, secondo cui i migranti sorpresi entrare in territorio americano possono essere perseguiti legalmente. Un risultato di questa politica sono stati i numerosi arresti e la separazione dei bambini dai propri genitori, mandati in strutture di detenzione. Questi fatti, grazie anche a questa foto che ha fatto il giro del mondo, hanno scatenato una polemica globale che ha portato l’amministrazione americana a bloccare questa politica il 20 giugno 2018. Il fotografo dietro allo scatto, John Moore, è un corrispondente per l’agenzia fotografica Getty images e dal 2008 è specializzato nei reportage sull’immigrazione e le questioni alle frontiere.
Quest’anno il concorso fotografico ha aggiunto un nuovo premio, la storia dell’anno. Il vincitore è il fotografo Pieter Ten Hoopen con il suo reportage The migrant caravan, la carovana di migranti. Anche questa storia parla del fenomeno delle migrazioni di persone che cercano di raggiungere i confini degli Stati Uniti dall’America centrale, scappando da repressione, povertà e violenza in cerca di condizioni di vita migliori. La carovana in questione aveva attratto l’attenzione mediatica a ottobre 2018, perché la più grande della storia recente.
Volevo raccontare cosa vuol dire essere in viaggio verso una nuova vita, o quello che le persone sperano diventi una nuova vita. Volevo concentrarmi sugli aspetti umani, sulle relazioni tra le persone.Pieter Ten Hoopen, vincitore World press photo story of the year
Infatti, partita da San Pedro Sula in Honduras il 12 ottobre, ha riunito migliaia di persone anche dai paesi vicini, come Nicaragua, El Salvador e il Guatemala, raggiungendo quota 7.000 persone in marcia. Il fatto di viaggiare in gruppo è una questione di sicurezza considerato che diverse persone in passato erano infatti scomparse o rapite. La storia fotografica racconta anche le condizioni estenuanti del viaggio: le persone camminavano fino a 30 chilometri al giorno, con temperature oltre i 30 gradi, che li ha portati infatti a partire alle 4 di mattina ogni giorno per evitare le ondate di calore. Tra i finalisti di questo premio c’era anche il fotografo italiano Marco Gualazzini, con il suo lavoro della crisi umanitaria in Ciad che ha invece vinto il primo premio per le storie della categoria Ambiente.
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Le altre categorie premiate dal concorso, organizzato ogni anno dal 1955 dall’omonima fondazione olandese, sono: contemporary issues, ambiente, general news, progetti a lungo termine, natura, persone, sport e spot news.
Dal 12 aprile le foto dei vincitori della 62esima edizione del World press photo 2019, scelte tra quasi 80mila scatti di quasi cinquemila fotografi, saranno esposte prima ad Amsterdam, sede della fondazione, e poi in tutto il mondo: 100 città in 45 paesi.
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