L’obiettivo dell’hotel Populus è compensare le emissioni di CO2 del 500 per cento attraverso operazioni eco-friendly. Ma è davvero così green?
Monastero zen a Milano
Il Monastero è ubicato nella suggestiva zona dei Navigli e offre a chiunque l’opportunità di partecipare alle discipline che vi si praticano quotidianamente
Il Monastero è ubicato nella suggestiva zona dei Navigli e offre a
chiunque l’opportunità di partecipare alle discipline che vi
si praticano quotidianamente, attraverso le quali è
possibile ristabilire un contatto profondo con quella unita’
originaria che vive in ciascuno di noi.
Per comprendere meglio i principi Zen, Life Gate ha incontrato
Myoen, che da 10 anni ha scelto di vivere stabilmente all’interno
del Monastero ed è attualmente Presidente della Associazione
Il Cerchio e Responsabile della Scuola Zen di Shiatsu del Monastero Il
Cerchio.
Come si concilia la vita del Monastero con i ritmi di una
città come Milano?
Il problema di conciliare le esigenze di vita “esterna” con quelle
“interne al Cerchio” non si pone, proprio per la gente “comune”
questo luogo rappresenta la possibilità di avvicinarsi in
totale libertà, nei modi e tempi appropriati per ciascuno,
all’elemento principe che costituisce il perno della pratica Zen:
la consapevolezza in ogni atto quotidiano, anche il più
semplice.
Ciò che consente di vivere tale consapevolezza è
recuperare l’unità originaria di corpo, mente e spirito nel
suo stato di naturalezza e di fluidità.
Ci sono delle tecniche che consentono il recupero della chiave
della consapevolezza nel qui e ora?
Si, per integrare e applicare in modo armonico le tre sfere (corpo;
mente; spirito) nel quotidiano occorre un addestramento. Noi
proponiamo alcuni laboratori a riguardo: la meditazione, che
costituisce uno stato individuale in cui corpo, mente e spirito
seguono un unico e sincronico ritmo; lo shiatsu che rappresenta un
percorso di consapevolezza sul piano psicofisico emozionale vissuto
in relazione con l’altro; la calligrafia, considerata un metodo di
ritorno alle proprie origini o radici, in cui il pennello,
l’inchiostro e il foglio non sono altro che mezzi.
Attraverso queste discipline l’individuo impara a vivere
attivamente e consapevolmente il tempo e lo spazio dello specifico
contesto in cui è calato. Un allenamento costante conduce
l’individuo a mantenere uno stato di presenza a se stesso in ogni
situazione quotidiana.
Che cosa accade quando si riesce a stare nell’istante?
Quando la nostra colonna, il nostro respiro, la nostra mente e il
nostro spirito assumono una consapevole e naturale posizione di
radicamento e di centratura nell’istante e rispetto allo spazio, si
realizza un evento terapeutico e i disturbi legati al rimpianto del
passato (un tempo che non è più) o all’ansia per il
futuro (un tempo che non è ancora) scompaiono.
Questo stato di sincronica presenza a se stessi può essere
vissuto anche negli atti quotidiani più semplici, come il
gustare il momento del risveglio o il caffè, ma anche nel
lavoro, nella relazione con il proprio partner; in tutte quelle
esternazioni che solitamente vengono compiute meccanicamente e con
uno spreco di energia eccessivo.
Qual’ è lo scopo di tutto questo?
Se lo Zen ha uno scopo, è quello di far sì che l’uomo
si risvegli alla sua vera natura, libera e incondizionata,
applicandola in modo consapevole in ogni situazione della vita.
Praticando lo Zen ci si rende protagonisti delle proprie azioni e
delle proprie scelte, si vive pienamente ogni evento anziché
delegarlo agli altri.
Daniela Milano
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