Vietato allattare al seno in posta, a Biella

“Qui in Posta non si può allattare al seno”. La frase che sta facendo il giro del web sarebbe del direttore dell’ufficio postale di Biella, in via Pietro Micca, rivolta a Francesca Castelli, giovane mamma biellese di un bimbo di 3 mesi, Elia. La mattina del 27 la giovane mamma si trovava all’ufficio postale di Biella

“Qui in Posta non si può allattare al seno”. La frase che sta facendo il giro del web sarebbe del direttore dell’ufficio postale di Biella, in via Pietro Micca, rivolta a Francesca Castelli, giovane mamma biellese di un bimbo di 3 mesi, Elia.

La mattina del 27 la giovane mamma si trovava all’ufficio postale di Biella

Dato che il neonato piangeva, la ragazza come prima cosa prova ad allattarlo al seno: “Ho compiuto quello che per me è un gesto del tutto naturale. Il più naturale del mondo. Mio figlio aveva fame e io, dopo essermi messa in un angolo dell’ufficio postale, gli ho dato il seno. Per sfamarlo”. Poi chiede al personale dell’ufficio se è possibile avere a disposizione un bagno per cambiare il bambino.

L'ufficio postale di Biella in via Pietro Micca, sede dell'episodio che ha coinvolto la giovane mamma Francesca Castelli
L’ufficio postale di Biella in via Pietro Micca, sede dell’episodio che ha coinvolto la giovane mamma Francesca Castelli

‘Ovviamente’ in tutta la sede non è presente un bagno attrezzato e la ragazza è costretta a cambiare il piccolo dentro il passeggino dietro a un cartellone. Appena finito di cambiarlo, racconta la ragazza, “arriva un uomo che si presenta come il direttore delle Poste che inizia a sbraitare, dicendo cose fuori luogo e soprattutto che in pubblico non si può allattare al seno, ma solo con il biberon. Io ci sono rimasta malissimo, solo un uomo può pensare certe cose. Mi sono sentita offesa”.

Giustamente, Francesca Castelli ha mandato innanzitutto una lettera online a Newsbiella.it.

Il quotidiano online di Biella ha pubblicato tutte le dichiarazioni della donna, che, se confermate, darebbero adito a pensare a una crisi di nervi e a un prontuario dell’intolleranza persino verso deboli, anziani e handicappati — ancor più grave perché proferite da un incaricato di pubblico servizio:

“Entro nell’ufficio postale, aspetto il mio turno, e mentre sono allo sportello mio figlio si sveglia e inizia a lamentarsi. Pago e mi metto in un angolo per sfamarlo come spesso accade nel mentre si sporca al che chiedo per cortesia di indicarmi il bagno”.

Una risposta brusca. Le dicono “che non è un bar e che non posso cambiarlo in mezzo ai clienti”. “Alla fine siccome ero visibilmente arrabbiata e non mollavo, la dipendente mi invita a mettermi dietro a un cartellone”. Ma non è finita: “L’avrei cambiato e me ne sarei uscita. Peccato sia arrivato il direttore, accusandomi di aver fatto una richiesta assurda e che loro hanno anche l’obbligo di far mettere museruole ai cani e non possono far appoggiare alle persone anziane o bisognose il bastone al bancone perché multabili, e che se mi avessero fatto appoggiare a una scrivania era una multa di 1.700 per uso improprio. Non contento mi dice che è vietato allattare al seno, che si può solo col biberon. Alla richiesta di mostrarmi la legge ovviamente è andato negli uffici dietro agli sportelli e non s’è più fatto vedere – conclude – e ha negato anche di farmi dire il suo nome…”.

In Italia non esiste però nessuna legge che vieti ad una madre di allattare in luoghi pubblici. Ci mancherebbe.

La stessa sera è intervenuta via Twitter anche il ministro Marianna Madìa, che ha scritto: “In alcun luogo dovrebbe essere vietato l’#allattamento. Subito una direttiva per tutta la #PA”.


La ragazza, su invito di altre mamme che hanno risposto al suo appello su Facebook, sta pensando di organizzare un flash mob “pacifico” davanti alle Poste nei prossimi giorni. Sarebbe bello vederle tutte allattare lì.

“Se vuole allattare, vada via”

In Italia (e non solo, per la verità) ci sono stati altri casi simili, come successo ad Imperia dove un’altra mamma ha raccontato di essere stata allontanata da un ristorante perché voleva allattare suo figlio. È partita una petizione su Change.org per chiedere di tutelare l’allattamento nei luoghi pubblici, che ha raccolto 30mila firme in due giorni.

Bisogna ricordare che l’allattamento al seno è consigliato dall’Oms, che è un atto naturalissimo per il bambino e per la madre, e non deve essere assolutamente fatto percepire mai come una vergogna.

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