
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
“Vogliamo liberare i reparti di ostetricia da una pressione quotidiana operata dall’industria che produce latte artificiale e lo distribuisce gratuitamente nei reparti. Salvo poi praticare all’esterno prezzi anche tre volte superiori rispetto a quelli che si registrano in altri paesi europei. La scienza medica più aggiornata ci dice che il ricorso a questi prodotti è
“Vogliamo liberare i reparti di ostetricia da una pressione
quotidiana operata dall’industria che produce latte artificiale e
lo distribuisce gratuitamente nei reparti. Salvo poi praticare
all’esterno prezzi anche tre volte superiori rispetto a quelli che
si registrano in altri paesi europei. La scienza medica più
aggiornata ci dice che il ricorso a questi prodotti è nella
stragrande maggioranza dei casi del tutto inappropriato. Al
contrario l’allattamento al seno
risulta vantaggioso sia sotto il profilo psicologico e affettivo,
sia per la salute di mamma e bambino: il latte materno
ha benefici effetti immunitari contro virus e batteri, ed è
stato di recente dimostrato che i bambini allattati al seno hanno
il 30% delle probabilità in meno di diventare, da adulti,
delle persone obese. Inoltre l’allattamento previene il tumore al
seno.
E’ la salute di mamme e bambini che ci preme e ci spinge a decidere
in questo senso. Non vogliamo che i reparti ospedalieri vengano
scambiati per luoghi di promozione commerciale”.
Queste le parole dell’assessore per la salute Enrico Rossi al
Convegno Nazionale della Rete degli Ospedali Amici dei Bambini
Unicef/OMS, durante il quale la Regione Toscana ha anche siglato un
protocollo d’intesa con l’Unicef per la promozione dell’allattamento
al seno.
Linda Grilli, responsabile del progetto SOS Allattamento della
Lega Consumatori Acli Toscana (associazione che ha sollevato, con
una sua indagine sui prezzi del latte artificiale, il problema del
caro biberon in Italia) aggiunge che “non è affatto vero
che le donne non possono allattare: i vei casi di
“agalattia” – la mancanza di secrezione lattea dopo il parto – sono
rarissimi. E sono molto meno del 5% del totale in cui il latte
materno è controindicato, per gravi malattie della madre o
del bambino. Se le madri non allattano è perchè sono
prive di adeguato
sostegno da parte di operatori preparati e
competenti“.
Attualmente in Italia il 25% dei bambini vengono allattati al
seno fino a 1-2 mesi; il 15% fino a 3 mesi; il 10% fino a 4 mesi il
16% fino a 5-6 mesi e solo il 6% oltre i 7 mesi. Il 23% dei
bebè non viene mai allattato al seno. L’Organizzazione Mondiale
della Sanità consiglia alle madri di allattare
al seno i propri figli fino ai 6 mesi e oltre.
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