Irena, non c’è tempo da perdere. Accelerare lo sviluppo delle rinnovabili

Il nuovo rapporto dell’Irena spiega come sia necessario accelerare subito il processo di transizione energetica e puntare su rinnovabili ed efficienza energetica prima che sia troppo tardi.

Moltiplicare per sei la velocità con cui si sta diffondendo l’energia rinnovabile nel mondo: è questo, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia rinnovabile (Irena), l’unico modo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione definiti nell’Accordo di Parigi e tenere sotto controllo la mitigazione del clima.

CO2 emissions budget
Il bilancio globale delle emissioni di CO2 legate all’energia per mantenere il riscaldamento sotto i 2°C: se non si accelera con le rinnovabili, in meno di 20 anni sarà esaurito. Fonte: Irena

Rinnovabili ed efficienza energetica contro il cambiamento climatico

Nel nuovo rapporto “Global energy transformation: A roadmap to 2050”, Irena dimostra che le energie rinnovabili unite all’efficienza energetica possono fornire oltre il 90 per cento della riduzione di CO2 creata dalla combustione delle fonti fossili necessaria per limitare l’aumento medio della temperatura globale a “ben al di sotto dei 2°C” rispetto ai livelli preindustriali ed evitare un punto di non ritorno per il nostro Pianeta.

Attuare ora la transizione energetica

Secondo le analisi di Irena, prendendo in considerazione non solo le politiche attualmente avviate ma anche quelle pianificate, il mondo non si sta muovendo abbastanza sul limitare le emissioni di anidride carbonica ed esaurirebbe il suo bilancio di carbonio legato all’energia per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2°C in meno di 20 anni. Per raggiungere l’obiettivo è necessario agire senza perdere tempo. Entro il 2050 si dovrà ridurre di almeno 470 gigatonnellate le emissioni cumulative di CO2 riprogettando interventi con obiettivi più ambiziosi che, secondo Irena, possono essere a portata di mano grazie a tecnologie sicure, affidabili, accessibili e ampiamente disponibili che renderebbero tecnicamente possibile rivoluzionare e rendere sostenibile il settore energetico.

Annual energy-related CO2
L’energia rinnovabile e l’efficienza energetica possono garantire oltre il 90 per cento della riduzione delle emissioni di CO2 legate al settore dell’energia. Fonte: Irena

Accelerare la decarbonizzazione del settore energetico

Entro il 2050 le rinnovabili potrebbero costituire i due terzi del mix energetico globale, rispetto al 18 per cento del 2015, con un’intensità energetica significativamente migliorata. Nello stesso periodo, la quota di rinnovabile nel settore energetico dovrebbe alzarsi da un quarto all’85 per cento grazie soprattutto alla crescita di solare ed eolico. Sebbene il settore energetico abbia già visto una decarbonizzazione significativa, secondo Irena è necessario accelerare ulteriormente. La quota di elettricità consumata nei settori di uso finale (edifici, riscaldamento e trasporti) dovrebbe raddoppiare e passare dal 20 per cento del 2015 al 40 del 2050. Le energie rinnovabili dovranno espandersi significativamente anche per usi diretti come carburante pulito per il trasporto.

Employment in the overall energy sector
La transizione energetica garantirebbe oltre 11 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore energetico entro il 2050. Fonte: Irena

Rinnovabili e nuovi posti di lavoro

La transizione energetica potrebbe aumentare notevolmente anche l’occupazione complessiva dove le rinnovabili potrebbero creare un numero maggiore di posti di lavoro rispetto a quanto potrebbe fare l’industria dei combustibili fossili. Nelle stime di Irena, entro il 2050, il settore energetico tradizionale perderebbe circa 7,4 milioni di posti di lavoro a fronte dei 19 milioni che verrebbero a crearsi nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, con un bilancio positivo di 11,6 milioni di nuovi posti di lavoro. Una tendenza che già è realtà seppure non raggiunga ancora queste cifre. In America, nonostante i passi indietro del Presidente Trump verso le rinnovabili, le tecnologie utilizzate nel settore minerario per l’estrazione del carbone hanno di certo ridotto la fatica dei minatori e si sono sostituite a loro nelle mansioni più pericolose ma hanno permesso alle imprese di realizzare una maggiore produttività tagliando posti di lavoro. Di contro, rimanendo sempre negli Stati Uniti, nel 2016, sono stati 300mila – pari al 14 per cento del totale della nuova occupazione creata negli Usa – i nuovi posti di lavoro creati nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica.

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