
Da secoli, il frutto dell’ume viene coltivato a Minabe e Tanabe in armonia con i boschi cedui e gli insetti impollinatori: un metodo riconosciuto dalla Fao.
Condimento leggero e gentile, l’aceto di mele può diventare sinonimo di sostenibilità se prodotto attraverso una filiera corta e trasparente.
Gentile e leggero: l’aceto di mele è un ingrediente che si ottiene dalla fermentazione del sidro dei frutti maturi. Ha diversi utilizzi in cucina, come condimento in alternativa al tradizionale aceto di vino, rispetto a cui è più delicato, ma non solo. Scopriamone le sue proprietà e come utilizzarlo.
“La caratteristica principale dell’aceto di mele è la leggerezza”, spiega la nutrizionista Martina Donegani. “È un condimento a quasi zero calorie (17 kcal per 100 ml). Rispetto all’aceto di vino contiene meno acido acetico, quindi ha un sapore più gentile. L’aceto di mele ha proprietà antimicrobiche e antisettiche. Se poi consideriamo quello non filtrato, contiene batteri acidofili che esercitano un’azione benefica sulla microflora intestinale”.
Come usarlo in cucina? L’aceto di mele è il condimento ideale per le insalate leggere – un’idea quella con lattuga, pollo e mele -, ma se ne può anche versare un goccio su una macedonia di frutta, al posto del limone, per un tocco di freschezza. Si può unire a un trito di erbe aromatiche per la marinatura di carne e pesce oppure aggiungere alle carni a fine cottura per ottenere una piacevole acidità. Con l’aceto di mele si possono sfumare le verdure saltate in padella o preparare una salsa agrodolce.
Ma l’aceto di mele è più che un condimento. L’esperta ci dà qualche consiglio per altri utilizzi. “Aggiungerne un goccio quando si lessano gli alimenti facilita la coagulazione delle proteine e riduce lo scambio di nutrienti tra l’alimento e l’acqua. Può sostituire il limone nella maionese o essere impiegato nella preparazione del carpione. Infine, con aceto di mele, acqua e miele si può preparare una bevanda idratante e remineralizzante, ideale, per esempio, dopo l’attività fisica”.
Con quasi sei milioni di famiglie italiane che lo acquistano, l’aceto di mele rappresenta il 16 per cento del valore del mercato degli aceti. Lo spiega Elena Cattelan, direttrice Marketing&Trade Marketing di Ponti, azienda piemontese con oltre 230 anni di storia leader nella produzione di aceti: “All’inizio l’aceto di mele veniva distribuito principalmente nelle erboristerie. Noi l’abbiamo portato sugli scaffali per primi trasformandolo in prodotto di largo consumo che intercetta un approccio attento al benessere”.
Benessere che è sempre più imprescindibile dalla qualità e dalla sicurezza. Sono tutti concetti, questi, che Ponti trasferisce nel suo Aceto di Mele 100% Italiane scegliendo di produrlo con solo mele fresche, intere e maturate al sole. Si tratta di mele esclusivamente italiane di 14 varietà (tra cui Fuji, Granny Smith e Golden Gala) che sono controllate e certificate all’origine: “Ponti è un’azienda fortemente presente sul territorio e la qualità dei suoi prodotti è garantita proprio da questa prossimità, da questo scambio continuo con gli agricoltori, e da continui controlli, certificati anche da enti esterni”, spiega Andrea Colonello, direttore R&D, Sostenibilità e Qualità di Ponti.
La presenza dell’azienda sul territorio di produzione delle mele consente anche una filiera corta e veloce. Le mele con cui si è stato prodotto l’Aceto di Mele 100% Italiane Ponti nel 2021 sono state raccolte nei campi del Piemonte in un raggio di 50 chilometri dallo stabilimento di lavorazione di Paesana (Cuneo) e poi lavorate entro 24 ore per ottenere il sidro.
All’interno di fermentatori di acciaio o di legno a temperatura controllata, il sidro viene trasformato in aceto grezzo da cui, tramite azione meccanica, viene poi separata e isolata la naturale torbidità per ottenere un prodotto limpido. L’imbottigliamento e l’etichettatura avvengono infine nei quattro siti in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio: “Questa dislocazione ci consente di trasportare solo l’aceto e non le bottiglie – spiega Colonello – riducendo, ancora una volta, la movimentazione e l’impatto ambientale del trasporto del prodotto finito in tutta Italia”.
Da giugno, l’intero processo produttivo dell’aceto di mele Ponti sarà raccontato attraverso una bottiglia “parlante”. Sul fronte etichetta sarà presente, infatti, un Qr code che consentirà al consumatore di conoscere tutte le informazioni relative al prodotto, dal momento della raccolta delle mele fino all’imbottigliamento dell’aceto, con la massima tracciabilità.
“Da sempre la nostra azienda è attenta all’origine delle materie prime, al territorio, alle persone, ma non l’abbiamo mai raccontato: ora, invece, ci mettiamo a nudo”, continua Colonello. “In pochi secondi, grazie al codice Qr e attraverso il proprio smartphone, il consumatore potrà conoscere il comune di provenienza delle mele, la data di raccolta e le varietà utilizzate per l’aceto di mele che sta acquistando”.
Le caratteristiche produttive dell’Aceto di Mele 100% Italiane Ponti hanno ottenuto la certificazione SGS con controlli su tutta la filiera. Si tratta di un unicum nella categoria, frutto di una scelta di trasparenza che – come ha spiegato Paolo Marovello, Marketing Manager di Ponti – l’azienda avverte come una responsabilità nell’influenzare in modo positivo produttori e consumatori per una spesa sempre più di qualità, tracciabile, sostenibile e consapevole.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Da secoli, il frutto dell’ume viene coltivato a Minabe e Tanabe in armonia con i boschi cedui e gli insetti impollinatori: un metodo riconosciuto dalla Fao.
Secondo uno studio statunitense, il consumo di alcuni cibi specifici ridurrebbe il rischio di mortalità, grazie al contenuto di flavonoidi.
L’undicesima edizione di Slow Fish si terrà a Genova dall’1 al 4 giugno e avrà come tema il “coast to coast”, inteso come interconnessione tra mari e vita terrestre.
La Fao ha pubblicato un rapporto sul contributo nutrizionale di carne, uova e latte, concludendo che si tratta di alimenti che partecipano a una dieta sana ed equilibrata.
Simile allo zucchero in aspetto e gusto, l’eritritolo è un dolcificante a quasi zero calorie, ma secondo uno studio è associato al rischio di eventi cardiovascolari.
Sale al 2,1 per cento il tasso complessivo di sforamento dei limiti dei residui di pesticidi negli alimenti. Il rapporto dell’Efsa.
Insegnante e produttore di olio siciliano, Nicola Clemenza da anni porta avanti una battaglia per la legalità dopo l’attentato mafioso che lo ha colpito.
A dirlo è uno studio cinese secondo cui il consumo frequente di cibi fritti aumenterebbe del 12 per cento il rischio di ansia e del 7 per cento il rischio di depressione.
Dalla fertilità del suolo alla responsabilità sociale passando per il rispetto degli animali: tutti i valori su cui si fonda l’agricoltura biodinamica.