Adriano Karipuna e la lotta dei popoli indigeni per l’Amazzonia brasiliana

La lotta del popolo indigeno brasiliano Karipuna è la stessa di altri popoli indigeni che chiamano l’Amazzonia come casa. Abbiamo incontrato il loro leader Adriano Karipuna.

I popoli indigeni sono i migliori guardiani del nostro pianeta. Eppure, sono anche i più minacciati. “La principale minaccia per i Karipuna è che noi siamo minacciati di morte, il nostro territorio viene distrutto ogni giorno”. Sono le parole di Adriano Karipuna, leader del popolo indigeno brasiliano Karipuna, un popolo a cui sono state sottratte terre e che è stato sterminato. Un destino comune a chi chiama la foresta amazzonica come casa, soprattutto in Brasile.

La deforestazione in Brasile continua a crescere: nei soli primi sei mesi del 2022 ha superato qualsiasi record, aumentando dell’80% rispetto allo stesso periodo del 2018. Non è un caso che in questi ultimi anni al governo ci fosse Jair Bolsaro, che con le sue idee populiste e di estrema destra ha incentivato politiche di distruzione dell’Amazzonia e contro i popoli indigeni. Il ballottaggio elettorale del 30 ottobre contro il favorito Lula deciderà se rimarrà, oppure no, a guidare il Brasile.

Il territorio Karipuna ne è un esempio: si estendeva su 243mila ettari, mentre ora è di soli 153mila ettari. Solo dal 2017 ne sono stati distrutti 4mila.

Abbiamo incontrato Adriano Karipuna a Milano, in occasione del festival della biodiversità, a cui ha partecipato la onlus Cospe con la sua campagna AMAzzonia, che ha l’obiettivo di fornire ai popoli della foresta gli strumenti per salvaguardare il loro territorio dallo sfruttamento delle aziende minerarie e le multinazionali della soia⁠.

L’intervista al leader indigeno Adriano Karipuna

Come avete visto cambiare il vostro territorio?
Il cambiamento che sta avvenendo nel nostro territorio è che lo stanno distruggendo, per decisioni del governo. È una distruzione di forza politica. Il governo dichiara che è un progetto di sviluppo, ma questo non ha niente a che vedere con lo sviluppo, è una bugia.

Il nostro territorio è di 153mila ettari di foresta. Dal 2017 sono stati distrutti 4mila ettari. In realtà sono pezzi di territorio sparso che sono stati distrutti, quindi sommandoli arriviamo a circa 5mila ettari di foresta distrutta. Per noi è una questione molto importante che sta colpendo la nostra casa, perché la foresta è la nostra casa.

Per noi l’importanza della foresta è la biodiversità. Noi viviamo nella foresta, possiamo raccogliere tutti i suoi frutti, e continuare con la caccia tradizionale. Ma oggi tutto questo è minacciato e i fiumi sono contaminati. Sono stati creati un sacco di allevamenti di bestiame e quando piove i residui finiscono all’interno del fiume.

Sto chiedendo il diritto e di poter vivere in pace nella foresta, chiedendo agli italiani di osservare quello che mangiano che viene dal Brasile, che è connesso a un crimine.

Vedete anche gli effetti dei cambiamenti climatici nelle vostre terre?
Certamente, oggi piove anche fuori dalla stagione delle piogge. L’inverno amazzonico inizia a Novembre, solitamente è ancora secco a Novembre. L’estate va invece da Giugno a Settembre e ora sta piovendo durante l’estate amazzonica. I fiumi si stanno prosciugando, gli alberi stanno scomparendo, le specie animali non riescono a sopravvivere e la foresta viene distrutta, si vedono gli effetti della deforestazione. Il Brasile oggi è un paese molto caldo, non era così dieci anni fa. È già un sintomo della crisi climatica, del collasso che sta avvenendo nel mondo e la foresta amazzonica chiede soccorso.

Come vedi il futuro dopo il 2 ottobre, dopo le elezioni in Brasile?
Io spero che Lula vinca, però il popolo ora è molto diviso e non sappiamo quale sarà l’esito. Io penso che Lula vinca il mandato, non posso realmente prevederlo, però se vince deve prendersi carico delle crisi del Brasile, la crisi climatica, ambientale, la crisi alimentare. Bolsonaro ha distrutto moltissimo, la foresta è stata distrutta, la gente ha fame. Ci sono molte cose da risolvere, per questo che spero che lui vinca, ma ci vorrà molto tempo per riparare la situazione attuale.

Qual è l’importanza di proteggere l’Amazzonia?
L’importanza di proteggere l’Amazzonia è l’importanza per proteggere il mondo. La foresta è vita, è biodiversità, non è solo da proteggere per i Karipuna, né solo per il popolo brasiliano. La foresta è importante per il mondo, l’Europa e tutti i paesi dipendono dalla foresta amazzonica. Biologicamente ogni cosa è collegata all’altra e tutti i paesi ne stanno subendo gli effetti.

La foresta deve rimanere in piedi, non deve essere distrutta. C’è vita dentro, vita indigena, vita della biodiversità, vita di popoli tradizionali che sono isolati e sono anch’essi minacciati.

Nella foresta c’è vita indigena, vita della biodiversità, vita di popoli tradizionali

La foresta amazzonica è il polmone del Pianeta. Senza di lei, gli equilibri del clima non sarebbero più tali. E quindi anche quelli del mondo. Lasciamo la foresta amazzonica in piedi, e lasciamola a chi, davvero, è in grado di proteggerla.

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