Ecomondo

Alessandro Saviola. Il pannello in legno riciclato ha cambiato il mercato e le persone

Come è cambiata la sensibilità dei consumatori negli ultimi 25 anni? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Saviola, Presidente di Gruppo Saviola.

Molti dei mobili presenti nelle nostre case, probabilmente, sono composti da pannelli in legno riciclato. Oggi comunissimi e molto apprezzati anche per i mobili di pregio, erano una novità pressoché assoluta nel 1963, quando da un’idea di Mauro Saviola nasce Gruppo Saviola, oggi punto di riferimento in Italia per la realizzazione di questo tipo di prodotto.  Come è cambiata la sensibilità delle persone nei decenni? E qual è stato il ruolo dell’azienda a Ecomondo, fiera internazionale per l’economia circolare, in questa azione di sensibilizzazione? Noi di LifeGate ne abbiamo parlato con Alessandro Saviola, Presidente di Gruppo Saviola, intevistato presso lo stand dell’azienda, che ci ha accolto come ospiti.

La “memoria storica di Ecomondo”

L’azienda rappresenta una sorta di memoria storica della fiera, essendo stata presente ogni anno, sin dalla prima edizione, ventisei anni fa, quando ancora si chiamava Ricicla. “Vivevamo in un momento in cui la sensibilità sui temi ambientali e sulla sostenibilità era abbastanza limitata, la fiera non era il punto di riferimento che rappresenta oggi a livello europeo”, afferma Saviola.  “Da allora è cambiato il mondo: questa è la ragione per cui anche noi rispetto al passato abbiamo deciso di comunicare molto di più, perché i messaggi sulla sostenibilità oggi trovano terreno fertile soprattutto nelle giovani generazioni che dimostrano una grandissima attenzione sui temi ambientali”.

Una diversa percezione, grazie a Saviola

Il processo verso una percezione positiva del pannello in legno riciclato è stato graduale. “Alla fine degli anni Novanta, nel periodo di passaggio totale da legno vergine a riciclato, il feedback che ci dava il mercato nel timore del giudizio negativo del consumatore finale, era quello di non poter costruire in un mobile di pregio fatto col riciclo”, continua il Presidente del Gruppo.  “All’epoca, la valutazione era estremamente negativa. Parlare di riciclo, nella percezione comune, voleva dire parlare di qualcosa che in qualche modo sminuiva il prodotto. Addirittura, qualche nostro concorrente produttore di pannelli ci aveva chiesto di smettere di riciclare, perché questo rovinava l’immagine del pannello truciolare a livello europeo”. Il mondo oggi si è totalmente rovesciato. “Abbiamo avuto la prova di come la nostra scelta un po’ pionieristica fosse assolutamente attuale e moderna. Oggi il consumatore le dà un valore importante: chi va in negozio e compra il mobile realizzato con pannelli riciclati è felice di sapere che questo aiuta l’ambiente”.

Il controllo della filiera

Per assicurare sempre la qualità dei prodotti, però, Gruppo Saviola ha dovuto, negli anni, affinare i propri processi di raccolta e produzione. Il pannello in legno riciclato ha cambiato il mercato e la percezione dei consumatori, ma ha cambiato anche la stessa azienda. “Credo che, per chi decide di convertire la propria produzione con materiale riciclato, sia fondamentale avere il controllo sulla materia prima, il che significa creare un network di raccolta che consenta una verifica qualitativa del materiale in ingresso”, afferma Saviola. “Parliamo sempre di un rifiuto, quindi di un materiale che si presta anche ad essere contaminato con prodotti che magari non possono essere utilizzati”. Il segreto per avere un buon prodotto è dunque avere il controllo della filiera. “Venticinque anni fa abbiamo fondato il più grande network mondiale di raccolta del legno”, conclude Saviola. “L’Italia oggi è il primo riciclatore di legno al mondo, con circa tre milioni e mezzo di tonnellate all’anno.”

Un impatto più che positivo sull’economia circolare di ieri, di oggi e di domani.

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