Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Un accordo tra i commercianti di soia ha fatto sì che in dieci anni siano stati risparmiati 18mila chilometri quadrati di terra dalla deforestazione in Amazzonia.
Secondo uno studio condotto da Robert Toovey Walker dell’Università della Florida e pubblicato recentemente sulla rivista Environment, se non si farà niente per invertire la rotta in tema di deforestazione e lotta ai cambiamenti climatici, l’Amazzonia sarà spazzata via entro il 2064 passando, senza via di ritorno, da una rigogliosa foresta pluviale a una savana aperta, dominata da erbe e arbusti.
Se questa notizia ci conduce a scenari futuri drammatici, un’altra ci fa sperare che il destino dell’Amazzonia potrà essere diverso. Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Università della California di Santa Barbara e dell’Università del Wisconsin Madison e pubblicato su Nature Food, ha calcolato che una moratoria firmata da alcuni commercianti di soia ha avuto il merito di rallentare la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana negli ultimi dieci anni.
Dopo il lancio, nel 2006, di una campagna di Greenpeace che faceva appello per fermare la distruzione dell’Amazzonia brasiliana causata dalla continua espansione delle colture di soia, un gruppo di rivenditori del legume aveva sottoscritto l’Amazon Soy Moratorium, un impegno formale a non acquistare soia che provenisse da aree di nuova coltivazione. Secondo i calcoli degli studiosi, l’accordo ha avuto l’effetto di evitare, tra il 2006 e il 2016, la distruzione di oltre 18 mila kmq di foresta, il 35 per cento in meno rispetto a quella che ci sarebbe stata se non ci fosse stato il documento. Il successo dell’iniziativa, come commentato nello studio, si deve a diversi fattori tra cui un’adesione alla moratoria del 90 per cento dei rivenditori e la collaborazione tra settore privato, governo brasiliano e ong.
Tornando allo studio del professor Walker, l’esperto afferma a riguardo come, a cavallo del millennio, diverse politiche ambientali in Brasile abbiano ridotto la deforestazione dell’Amazzonia che ha raggiunto il punto minimo nel 2012, ma che quelle stesse politiche “hanno cominciato a disfarsi quasi nello stesso momento in cui si sono dimostrate efficaci”. Non sembra il caso della moratoria sulla soia che nel 2016 è stata rinnovata a tempo indefinito o comunque fino a quando non sarà più necessaria. Una dimostrazione di come l’impegno nei confronti dell’ambiente sappia creare circoli virtuosi di gestione del territorio, anche quando di mezzo ci sono forti interessi commerciali.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Come emerge dalla fotografia di ActionAid, la povertà alimentare tra gli adolescenti non è solo questione di disponibilità di cibo, ma di relazioni, identità e possibilità di scegliere.
Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
In Australia alcuni ricercatori stanno indagando come i microbi, compresi quelli del suolo, influenzano gli stati emotivi e le relazioni sociali attraverso l’asse intestino-cervello.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.
