Andrea Rigoni vince il premio speciale Sostenibilità di Ernst & Young

“Per aver innovato, nel corso degli anni, le tecniche di produzione e l’offerta dei propri prodotti, senza mai rinunciare alla qualità e alla propria identità etica aziendale, valorizzando sempre la sana alimentazione, fino a diventare leader di mercato del proprio settore”. È questa la motivazione che ha portato il presidente e amministratore delegato di Rigoni

“Per aver innovato, nel corso degli anni, le tecniche di produzione e l’offerta dei propri prodotti, senza mai rinunciare alla qualità e alla propria identità etica aziendale, valorizzando sempre la sana alimentazione, fino a diventare leader di mercato del proprio settore”. È questa la motivazione che ha portato il presidente e amministratore delegato di Rigoni di Asiago, Andrea Rigoni, a vincere il premio speciale “Sostenibilità” alla 21ma edizione del premio Ernst & Young “L’imprenditore dell’anno”.

andrea rigoni
Le fragole da produzione biologica pronte per essere lavorate © Rudi Bressa/LifeGate

Un riconoscimento che arriva grazie ad anni di impegno e innovazione, per un marchio che ha puntato sulla qualità dei propri prodotti e delle materie prime impiegate come garanzia di successo. “Siamo fermamente convinti che noi, come società globale, dobbiamo fare scelte responsabili, rispettare stili di vita sostenibili e utilizzare la migliore tecnologia per creare un equilibrio tra la disponibilità e il consumo di risorse”, ha detto Andrea Rigoni in occasione del premio. “Fin dalla sua fondazione la nostra azienda si è impegnata a rispettare l’ambiente, favorendo la biodiversità e lo sviluppo di buone pratiche per garantire scelte consapevoli per noi e per le gnerazioni future”.

I numeri di Rigoni di Asiago

L’azienda con sede a Foza, nell’Altopiano di Asiago, è nata nel 1923 sviluppandosi in un primo tempo nel settore dell’apicoltura. Nel corso degli ultimi decenni, grazie anche all’intuizione di Andrea Rigoni, il gruppo ha visto nascere un nuovo assetto manageriale e da qui, la scelta di produrre unicamente secondo il metodo biologico. Oggi il gruppo fattura oltre 130 milioni di euro e i suoi prodotti (Mielbio, Fiordifrutta, Nocciolata, Dolcedì, Tantifrutti e Dolceherbe) hanno varcato i confini nazionali entrando in mercati esteri come la Francia e altri paesi nel mondo.

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Un’intera linea di confetture biologiche

Le scelta del biologico

“La nostra non è stata una scelta di mercato, ma una scelta etica. Volevamo fare un prodotto che ci rappresentasse anche come consumatori e farlo bene”, ci disse Andrea Rigoni in un’intervista pubblicata da LifeGate. Ed è questa la filosofia che contraddistingue ancora oggi il gruppo. La scelta del biologico quindi non per moda, o per rincorrere un claim. Ma una convizione che questa sia l’unica via per salvaguardare l’ambiente e la salute del consumatore.

Oltre al biologico, l’azienda ha lavorato molto per migliorare l’intero processo produttivo: nello stabilimento di Foza, ad esempio, sono stati installati impianti a basso consumo energetico che migliorano il contenuto delle sostanze nutritive presenti naturalmente nelle materie prime, mentre nel polo logistico di Albaredo è stato raggiunto un risparmio energetico del 25 per cento. Punti di forza che vanno ad aggiungersi ad altri temi “verdi” quali il consumo dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti: durante la trasformazione, la maggior parte dell’acqua utilizzata per la lavorazione del miele e delle confetture viene riciclata, mentre gli unici rifiuti sono il cartone – che viene comunque riciclato – e i fogli di plastica per l’imballo.

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