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Il colosso di Cupertino punta ad un ciclo chiuso per le materie prime, sia per i prodotti che per il packaging. Il prossimo iPhone sarà in materiali riciclati.
È l’economia circolare secondo Apple. E a leggere il Progress Report 2017, l’azienda con sede a Cupertino sembra che abbia veramente intrapreso questa strada. Riciclo delle materie prime per la produzione di iPhone e Macbook, imballati con carta riciclata e proveniente da foreste certificate Fsc. Il tutto prodotto utilizzando energia proveniente per il 96 per cento da energie rinnovabili.
Sembra impossibile che un’azienda capace di vendere milioni di telefoni nel mondo ogni anno sia in grado di puntare a questi obiettivi, ma secondo i dati resi pubblici pochi giorni fa, pare proprio che Apple stia scommettendo sulla sostenibilità. Quella tangibile, a lungo termine.
Tralasciando il campus futuristico, o i data center già alimentati col 100 per cento di rinnovabili, cosa che accade già con altri colossi dell’informatica, da Facebook a Google, Apple sta facendo ciò che nessuno aveva mai tentato: recuperare le materie prime, come platino, argento, stagno, cobalto e molti altri, dai dispositivi che gli stessi utenti riciclando riportandoli agli Apple Store. Minerali e terre rare contenute in ognuno dei device utilizzati quotidianamente.
E ciò che accade con Liam, robot sperimentale, capace di disassemblare gli iPhone e recuperare le materie prime di cui sono composti. Uno su tutti è l’alluminio e la sua lavorazione, che rappresenta il 30 per cento dell’impronta ecologica di tutto il processo produttivo. “Stiamo portando avanti nuove tecniche innovative di riciclo, come Liam, la nostra linea di robot di disassemblaggio, in modo da poter utilizzare al meglio i materiali recuperati nei nuovi prodotti”, scrive Apple. “Abbiamo già iniziato a utilizzare l’alluminio rigenerato. Per lo stagno vi è un’offerta sul mercato di stagno riciclato che soddisfa i nostri standard di qualità”. Per ogni 100.000 iPhone 6, si legge nel rapporto, Liam ha il potenziale di recuperare 1900 kg di alluminio, 800 kg di rame, 7 kg di argento, 55 kg di stagno, e molti metalli rari come oro, metalli del gruppo del platino, cobalto, tungsteno, tantalo.
“Apple si impone la sfida di porre fine alla propria dipendenza dall’estrazione mineraria per l’approvvigionamento dei materiali, sviluppando una catena di fornitura ‘chiusa’ in cui i prodotti siano costruiti solo con risorse rinnovabili o materiali riciclati”, scrive l’azienda.
Certo non sarà tutto oro quel che luccica, e tutti i limiti ben noti dell’industria IT sono ancora da superare. Ma solo se i grossi gruppi aziendali investono in tecnologie, risorse, innovazioni sostenibili si potrà veramente passare ad un’economia a basse emissioni di carbonio. E che sia possibile farlo, la mela morsicata lo sta dimostrando, colorando di verde l’unica fogliolina del proprio marchio.
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