Un incendio è divampato domenica 24 gennaio nella Patagonia argentina e si è propagato velocemente, alimentato da siccità, caldo e venti sostenuti.
Dopo quelli che nel corso del 2020 hanno devastato l’Australia e il territorio occidentale degli Stati Uniti, nuovi grandi incendi preoccupano nel mondo. Stavolta, ad essere colpita è la porzione meridionale dell’Argentina: la Patagonia. E complessivamente sono stati bruciati già più di 10mila ettari di foresta.
Il rogo in Argentina è divampato a 1.700 chilometri da Buenos Aires
Un imponente rogo è divampato nella giornata di domenica 24 gennaio nei pressi di El Bolson, città di 18mila abitanti nella provincia di Rio Negro. A circa 1.700 chilometri dalla capitale argentina Buenos Aires.
VIDEO: A wildfire raging in the south of Argentina has consumed a huge patch of forestland measuring 6,500 hectares in two days, according to local authorities pic.twitter.com/IJFYwXNLRw
Le fiamme si sono propagate in modo particolarmente rapido: “Già mercoledì l’incendio era penetrato in un’altra provincia: quella del Chubut”, ha dichiarato all’agenzia Afp. il direttore della protezione civile locale, Leandro Romairon.
Per tentare di fronteggiare il rogo, le autorità hanno dispiegato sul posto un centinaio di pompieri, due canadair, due elicotteri e decine di veicoli. Il territorio è però remoto e di difficile accesso, il che rende il lavoro dei vigili del fuoco complicato. A peggiorare la situazione sono poi le condizioni meteorologiche, con venti sostenuti e un terreno particolarmente secco per via di un periodo di forte siccità. Senza dimenticare le temperature elevate, dovute all’estate australe.
Le precipitazioni sono inoltre brevi e non sufficienti a contenere la progressione dell’incendio. L’unico dato positivo è legato alla scarsa presenza di centri urbani abitati nella zona, il che ha scongiurato – almeno per ora – la necessità di procedere ad evacuazioni. Si registrano però già quattro feriti tra i pompieri al lavoro in Argentina, che sono stati ricoverati in ospedale.
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