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Gli amici a quattro zampe varcano i cancelli degli istituti scolastici con il primo progetto su base nazionale di For a smile onlus.
I bambini li stanno aspettando, i grandi anche, perché questi esseri speciali danno senza chiedere mai nulla in cambio e quello che regalano ha il potere di trasformarci.
Le attività si svolgeranno all’aperto e in piccoli gruppi, nel pieno rispetto delle regole anti Covid-19; le prime scuole a beneficiare del progetto saranno a Milano, Torino e Roma: oltre duemila alunni, dall’infanzia alla scuola secondaria di primo grado.
Per Ludovica Vanni, presidente di For a smile onlus, l’obiettivo è espandersi e nella sua semplicità la motivazione è grande: “Accade sempre qualcosa di straordinario, quando un bimbo vede un amico a quattro zampe che gli corre incontro”.
Evidenze scientifiche, come la ricerca condotta dall’ospedale Gaslini di Genova, confermano che i mesi di lockdown hanno avuto anche sui più piccoli conseguenze emotive e fisiche rilevanti; prendersene cura è quindi indispensabile.
“La scuola vive un momento di grande fragilità per le condizioni imposte dall’emergenza sanitaria”, aggiunge Ludovica Vanni. “I bambini hanno molto bisogno di essere accompagnati in un nuovo inserimento dopo mesi di isolamento. Per questo ci è sembrato opportuno entrare proprio negli istituti, garantendo ovviamente la massima sicurezza per tutti”.
L’effetto terapeutico che molti animali – come il gatto, il cavallo, l’asino e il coniglio – sanno avere sulle persone è ormai assodato e trasversale. Per il progetto Basta una zampa – Iaa (Interventi assistiti con gli animali) si è scelto di operare con il cane, un “professionista” della relazione a quattro zampe.
“Vogliamo restituire ai bambini un senso di protezione – precisa Vanni –. Colmare l’incertezza diffusa e aumentare la fiducia nelle loro capacità. Le attività sono anche un’importante valvola di sfogo emotivo, migliorano lo spirito di gruppo e l’inclusione, soprattutto nei casi di particolare fragilità. Anche nella scuola, come nelle strutture ospedaliere, collaboriamo con un’equipe di professionisti, quindi solo con operatori certificati, coinvolgendo sempre in maniera attiva gli insegnanti e le famiglie”.
Oltre a sostenere progetti di cooperazione internazionale nei paesi in via di sviluppo, negli ultimi tre anni For a smile onlus ha scelto di investire sulla pet therapy nelle strutture ospedaliere raccogliendo testimonianze toccanti. “Tra le tante – racconta ancora Ludovica Vanni – ricordo con emozione l’effetto straordinario della relazione tra il cane e un bambino sottoposto a ossigenoterapia. Quando l’animale era accanto a lui, la saturazione aumentava e riusciva a respirare meglio. Anche i genitori erano increduli, ma questo è il grande potere dell’ossitocina”. Sono numerose infatti le ricerche scientifiche che hanno studiato la correlazione tra il rapporto cane-padrone e la produzione di questo ormone strettamente collegato all’amigdala e agli stati emotivi positivi.
“I cani adatti ad essere coinvolti in progetti di dog therapy sono quelli che provano grande soddisfazione nel prendersi cura degli altri”, precisa la dottoressa Marzia Possenti, coadiutrice, veterinaria esperta in Iaa e responsabile veterinaria per i progetti della onlus milanese Tempo per l’infanzia.
“I cani hanno la capacità di leggere l’assetto emotivo delle persone, capiscono come ci sentiamo e di cosa abbiamo bisogno. Il fulcro della terapia è la relazione, quindi l’esperienza deve risultare piacevole per entrambi, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario. È fondamentale perciò programmare l’intervento in base agli obiettivi ed è fondamentale il lavoro d’equipe che prevede, oltre al cane e al coadiutore, anche il veterinario, che ha la funzione di supervisionare la seduta, il referente di progetto e il responsabile”.
“Come veterinaria comportamentalista, spesso mi trovo ad intervenire in famiglie che hanno scelto di prendere un cane per migliorare situazioni delicate, come ad esempio il comportamento di un bimbo iperattivo, anche su consiglio di medici e psicologi. È un errore abbastanza comune”, continua Possenti. “Perché non è la sola presenza di un cane ad eliminare il problema, anzi, al contrario, può anche causare ulteriori difficoltà. Il cane, grazie alle sue capacità, è come una chiave in grado di aprire qualsiasi tipo di porta, sia quella dell’empatia, che quella dell’eccitazione. Quali porte apre dipende da come viene guidato. Può portare enormi benefici, ma anche conseguenze negative. Su questo tema occorre fare informazione e creare maggiore consapevolezza”.
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