Darkness descending in the east. https://t.co/LLC6AmpHBJ
— Ariel Brunner (@ArielBrunner) March 20, 2022

Cosa è successo e cosa possiamo imparare dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Gli ex-impiegati arrestati per “attività estremiste”. In Bielorussia si teme per la sicurezza degli ambientalisti e il futuro delle aree protette.
Una delle ong più longeve e importanti della Bielorussia, che si occupa di difendere la fauna selvatica, la Birdlife Belarus (Apb), è stata costretta a chiudere. L’accusa è quella di aver tentato di destabilizzare la situazione politica nel paese con il pretesto di proteggere gli uccelli.
Ma il vero motivo della ritorsione del governo bielorusso è da ricercarsi nel fatto che, come tante associazioni ambientaliste nel paese, anche l’Apb è favorevole a una soluzione pacifica in relazione al conflitto in Ucraina. E così, come stabilito da un tribunale, il mese prossimo l’ong dovrà chiudere i battenti dopo 24 anni di attività.
L’intensificarsi della guerra in Ucraina ha reso la Bielorussia più paranoica nei confronti delle attività interne. Il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’accusa contro numerosi laboratori in Ucraina che starebbero “sperimentando malattie infettive sotto la guida degli Stati Uniti”. Così, pure in Bielorussia, gli scienziati che si occupano di animali e della loro conservazione vengono accusati di lavorare su armi biologiche.
Chi fa ambientalismo è visto come una minaccia e gli ambientalisti stessi temono per il proprio futuro: diversi ex-dipendenti della Apb sono stati arrestati con l’accusa di “attività estremiste” e chi è rimasto a piede libero si dice preoccupato di avere i telefoni intercettati.
La Bielorussia è una regione nota per il suo ricco patrimonio naturale. Ospita la Polesia, un’area umida grande quanto due terzi del Regno Unito (18 milioni di ettari), conosciuta come “l’Amazzonia d’Europa” per la sua straordinaria biodiversità.
L’Apb ha ottenuto importanti traguardi con fondi minimi, tra cui la “riumidificazione” di oltre 17.200 ettari di torbiere e l’espansione di uno dei più grandi complessi di paludi d’Europa, portando queste aree a una dimensione totale di 100.000 ettari. Apb ha anche contribuito a salvare dall’estinzione l’Acrocephalus paludicola (in Italia conosciuto con il nome di pagliarolo), una specie di uccello migratore.
Organizzazioni come il Wwf e l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) hanno rilasciato dichiarazioni in cui affermano che la pace è essenziale per la prosperità della natura, condannando la guerra come generatrice di profonde conseguenze ecologiche oltre che umanitarie.
“I danni causati dai conflitti armati vanno ben oltre quelli causati dai combattimenti stessi. Distruggendo la governance, le riverberanti conseguenze ecologiche dei conflitti possono durare decenni”, ha affermato l’Onu in una nota.
Ciò che tutti temono adesso è che le paludi possano essere compromesse per far posto a nuove infrastrutture. D’altronde non è la prima volta che il presidente della Bielorussia Aljaksandr Lukašėnka tenta di chiudere Apb e altre associazioni ambientaliste. Ora che ci è riuscito, nessuno sarà lì per salvaguardare quei luoghi incontaminati.
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