Basta sprechi alimentari: la campagna con Neri Marcorè per fare il Bis! con gli avanzi

Nella Ue ogni anno sprechiamo 88 milioni di tonnellate di cibo: parte la campagna Bis! con Neri Marcorè per l’uso di food bag riciclabili al ristorante.

  • Nella sola Unione europea ogni anno vengono generati circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari
  • Il 20 per cento del cibo totale prodotto va perso o sprecato
  • Una campagna sulle food bag era prevista già dalla legge sugli sprechi alimentari del 2016

Fin qui l’abbiamo chiamata doggy bag, nascondendoci dietro al migliore amico dell’uomo, il cane, per dissimulare un po’ di immotivata vergogna nel chiedere di portare a casa gli avanzi. Adesso però – saranno i prezzi del cibo in aumento, sarà la sempre maggiore consapevolezza dell’importanza di un’economia davvero circolare – portare a casa ciò che non si è finito di consumare al ristorante inizia davvero a essere vista come un’azione virtuosa.

Al punto che ora sono le stesse a istituzioni a promuovere questa pratica, con un progetto che chiama “Bis!” e che in realtà è l’acronimo di buono, intelligente, sostenibile, e che punta sulla diffusione di apposite food bag (non più doggy bag dunque: se siamo noi umani i consumatori dell’asporto e non il cane, non c’è nulla di male!) realizzate in alluminio 100 per cento riciclabile.

Il packaging ufficiale della campagna Bis! © Anci

L’idea è dall’Associazione dei Comuni italiani, l’ente territoriale di maggiore prossimità per il cittadino, in collaborazione con il ministero della Transizione ecologica.

Lo spreco alimentare è il terzo Stato più inquinante al mondo 

Potrebbe sembrare un’idea di poco conto, ma il problema non lo è affatto. La Commissione europea ha calcolato negli anni scorsi una prima stima di sprechi alimentari attraverso il progetto europeo Fusions: secondo i dati del 2016 (i nuovi verranno rilasciati nel corso del 2022), nella sola Unione europea ogni anno vengono generati circa 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, con costi associati stimati in 143 miliardi di euro. Mentre si calcola che il 20 per cento del cibo totale prodotto vada perso o sprecato, 33 milioni di persone in Europa non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni.

 

Per stringere il campo sull’Italia, vediamo che gli scarti alimentari nella distribuzione ammontano a 4 chilogrammi pro-capite l’anno corrispondenti a circa 240mila tonnellate l’anno in totale. Ma è un’altra l’immagine chiave del problema, riassunta dal delegato per l’Anci ai rifiuti, e sindaco di Lecce, Carlo Salvemini: “Se lo spreco alimentare fosse uno Stato, sarebbe il terzo emettitore di emissioni climalteranti, e oltretutto è fortemente impattante in termini di utilizzi di acqua e di emissioni di Co2”. La Fao nel 2011 ha in effetti calcolato che il quantitativo di acqua richiesto per produrre il cibo che viene sprecato ogni anno nel mondo è pari a circa 250 miliardi di litri.

Bis! L’esempio di Neri Marcorè

È anche da questi numeri che nasce l’esigenza di dare una spinta alle azioni contro lo spreco, con la campagna Bis!. Prevista già dalla legge sugli sprechi alimentari del 2016, la campagna intende coinvolgere gli esercizi di ristorazione verso l’adozione di misure e strumenti di comunicazione – rivolti ai propri clienti – che promuovano attivamente la pratica virtuosa dell’asporto del cibo avanzato nella ristorazione commerciale (la cosiddetta food-bag). È realizzata in collaborazione con il Cial (Consorzio nazionale imballaggi in alluminio).

La campagna avrà come testimonial l’attore Neri Marcorè, non nuovo a prestare il proprio volto per tematiche per la tutela dell’ambiente, per il quale “la nostra generazione è la prima che deve misurarsi in modo serio con il tema della distruzione delle risorse naturali: per questo è molto importante che si torni alla riscoperta di valori e pratiche antispreco già usate in modo automatico dai nostri nonni”.

Bis! si inserisce in una più ampia campagna che consiste nella prevenzione degli sprechi alimentari tanto nella ristorazione commerciale quanto in quella scolastica, come le mense, e si prefigge inoltre di misurare la quantità di rifiuti evitati.

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