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Abbiamo partecipato ai test che Bmw sta conducendo su alcune auto alimentate a idrogeno. Si confermano i vantaggi (zero emissioni, rifornimenti veloci e autonomia) ma anche i limiti (assenza infrastruttura).
In Bmw proseguono da alcuni anni una serie di test su una flotta di auto elettriche con celle a combustibile alimentate a idrogeno, condotti insieme ad alcuni partner in diverse parti del globo. Obiettivo? Una possibile produzione di serie. Già, la partita dell’auto a idrogeno, fra alti e bassi, non è affatto chiusa, anzi. E anche se numerosi studi e ricerche continuano a indicare i mezzi di trasporto pesante (ma anche treni, navi e persino aerei) come i più adatti all’adozione delle celle a combustibile alimentate a idrogeno (perché particolarmente adatti alle lunghe distanze e ai trasporti più dispendiosi in termini di carico ed energia), l’auto che emette solo vapore acqueo dallo scarico continua a rappresentare una soluzione alternativa all’auto elettrica. Così i test continuano e dopo Toyota Mirai e Hyundai Nexo (gli unici due modelli attualmente in vendita anche in Italia), in ordine di tempo gli ultimi quelli di Bmw, con una flotta di iX5 Hydrogen, con l’obiettivo da un canto di fornire preziose indicazioni ai progettisti e, dall’altra, mettere in luce il potenziale dell’auto elettrica con celle a combustibile.
L’obiettivo dei test pilota è analizzare tutti i diversi aspetti dell’utilizzo dell’auto a idrogeno, compresi i componenti funzionali e l’esperienza di guida che – come confermato anche dalla nostra prova – è del tutto simile a quella di una “normale” auto elettrica: silenziosa, priva di vibrazioni, divertente (le iX5 Hydrogen forniscono una potenza di 401 cavalli…). Con un vantaggio: i tempi per fare un pieno di idrogeno sono nettamente inferiori alla più veloci delle ricariche elettriche oggi disponibili, ossia 3/4 minuti massimo, con un’autonomia di circa 500 chilometri. Ma facciamo un ripassino. Come funziona un’auto alimentata ad idrogeno? La cella a combustibile genera elettricità in autonomia sfruttando l’idrogeno a bordo (il serbatorio nel caso della Bmw iX5 ospita 6 chili di idrogeno), e non deve pertanto essere ricaricata da una fonte esterna. L’unico sottoprodotto emesso è il vapore acqueo.
I prototipi Bmw utilizzano celle a combustibile in grado di generare una potenza elettrica continua pari a 125 kW/170 Cv, con un tempo di rifornimento di pochi minuti, come abbiamo visto. La tecnologia delle celle a combustibile si sperimenta da tempo ma, nonostante i numerosi benefici, rimangono alcune sfide da superare, su tutte l’approvvigionamento su larga scala di idrogeno verde, ossia prodotto da fonti rinnovabili, e la realizzazione delle infrastrutture di rifornimento; ad oggi la situazione in Italia è facilmente riassumibile: Bolzano e Mestre sono le due uniche stazioni attive, la prima indipendente, la seconda appena inaugurata da Eni. A San Donato invece, alle porte di Milano, dopo molti anni (e annunci) si attende ancora l’apertura di un terzo impianto di rifornimento
Insomma, mentre è lecito attendersi un significativo aumento della fornitura di idrogeno verde nei prossimi anni come risorsa per ridurre le emissioni di CO2 correlate ai trasporti, ad oggi lo “strumento” più adatto all’adozione dell’idrogeno rimangono i camion e i treni, entrambi un’importante soluzione di trasporto per le distanze più lunghe e i carichi più pesanti. Sull’auto pesano invece una serie di interrogativi. Se infatti la tecnologia è ormai matura, servono incentivi e infrastrutture prima di tutto. Eppure, Bmw sembra determinata a proseguire la fase sviluppo. Ad oggi una flotta di circa 100 veicoli è attualmente impiegata a livello internazionale a scopo dimostrativo e di prova. “L’idrogeno è una fonte energetica versatile che ha un ruolo chiave da svolgere nel processo di transizione energetica e quindi nella protezione del clima. Dopotutto, è uno dei modi più efficienti per immagazzinare e trasportare le energie rinnovabili”, ha dichiarato Oliver Zipse, presidente del consiglio di amministrazione della Bmw Ag.
Individuato come vettore energetico ideale per accelerare la trasformazione del settore della mobilità, per Zipse “l’idrogeno è il pezzo mancante del puzzle quando si parla di mobilità senza emissioni”, sottolineando come una sola tecnologia (l’auto elettrica alimentata a batterie) non sarà sufficiente a risolvere l’impatto climatico della mobilità in tutto il mondo. Bmw ha aderito alla campagna Business ambition for 1.5°C guidata dall’iniziativa Science based targets che prevede di raggiungere l’obiettivo della completa neutralità climatica lungo tutta la catena del valore, dalla fornitura alla fase di produzione e utilizzo, con un abbattimento delle emissioni di almeno il 40 per cento entro il 2030 (rispetto al 2019).
Ma quello della iX5 Hydrogen non è che l’ultimo tentativo di Bmw di sviluppare un’auto a idrogeno. Nel 2007 l’allora presidente della sede italiana del marchio consegnava a Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia, una Bmw Serie 7 Hydrogen (l’allora ammiraglia del marchio) con l’obiettivo di “sensibilizzare media, istituzioni e aziende alla cultura dell’idrogeno” nel nostro Paese. Va detto che si trattava di un approccio tecnologico completamente diverso, dove al posto delle attuali celle a combustibile, La Hydrogen 7 aveva un motore 12 cilindri a combustione interna “bivalente”, una tecnologia che permetteva il funzionamento sia a benzina, sia a idrogeno. Il progetto, che prevedeva un centinaio di auto dimostrative, fu abbandonato nel 2009 a favore dell’auto elettrica.
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