Il Gruppo sudcoreano punta con decisione sull’idrogeno e nel 2028 applicherà un nuovo sistema di celle a combustibile su tutti i veicoli commerciali.
Auto a idrogeno, 30 minuti al volante della Hyundai Nexo
Abbiamo guidato per 30 minuti una Hyundai Nexo a idrogeno, pochi per dirvi come va davvero, sufficienti per anticiparvi com’è fatta e cosa offre. E per fare un punto sul carburante che dal 2017 doveva cambiare l’Italia.
Guidare un’auto a idrogeno – lo abbiamo appena fatto a Tokyo a bordo di una Toyota Mirai – è un’esperienza che vi abbiamo già raccontato, ma che rimane emozionante, oltre che rarissima. Non perché sia molto diverso dal guidare una “normale” auto elettrica. Quanto perché l’idrogeno è da anni una delle soluzioni più virtuose e ambiziose della mobilità, tanto geniale quanto difficile da realizzare. La prova? Il 13 gennaio 2017 avrebbe dovuto cambiare qualcosa… Il nostro Paese in quella data si impegnava, recependo la direttiva europea 2014/94/Ue sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, a costruire una rete di rifornimento adeguata. Il fine, come si leggeva nel testo, era quello di “ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti”. Ad oggi quasi nulla si è mosso. Eppure, ancora secondo quanto affermato da Snam recentemente, un modello di sviluppo basato sull’idrogeno entro il 2050 potrebbe soddisfare fino a un quarto del fabbisogno energetico nazionale.
Massimo Inguscio, Presidente @StampaCnr firma con Marco Alverà un accordo finalizzato a progettualità per lo sviluppo di #idrogeno, gas rinnovabili e #mobilitàsostenibile. #hychallenge pic.twitter.com/PeCaxx5TeY
— Snam (@snam) 10 ottobre 2019
L’idrogeno in Italia, una strada difficile
Bene, a oggi in Italia esiste un solo punto di rifornimento di idrogeno, quello di Bolzano attivo da anni, mentre un secondo alle porte di Milano (San Donato Milanese) attende da tempo l’apertura. Venezia seguirà a breve. Insomma, l’idrogeno in Italia arranca. Eppure rimane una delle alternative più credibili ai carburanti fossili. Così, quando si è posta la questione di metterci (o no) al volante di una Hyundai Nexo a idrogeno anche solo per 30 minuti, abbiamo accettato. Consci che fosse un tempo inadeguato per descrivervi come va un’auto, sufficiente però per raccontarvi intanto com’è e come è fatta una delle poche auto alimentate a idrogeno acquistabili in Italia (prezzo circa 70mila euro).
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Nexo, record mondiale di autonomia a idrogeno
Hyundai non è nuova all’argomento, anni fa con la suv ix35 Fuel cell, la casa automobilistica coreana è stata fra i primi costruttori a commercializzare un modello a idrogeno prodotto in serie, “vantando ancora oggi – precisa una nota – il record di unità circolanti sulle strade europee”. Nexo dunque è l’idrogeno atto secondo di Hyundai, un’auto a propulsione elettrica con tecnologia a idrogeno che hanno deciso di chiamare Fuv, come Future utility vehicle. E in effetti di futuro bisogna comunque parlare, visto che immaginare oggi l’acquisto di un’auto a idrogeno, almeno in Italia, è decisamente pionieristico. Non per la tecnologia in sé, la Hyundai Nexo si guida come un’auto elettrica e, anzi, con un pieno di idrogeno garantisce un’autonomia di 666 chilometri, anche se in un recente test Nexo di chilometri ne ha percorsi 778, un record mondiale. Il problema reale in Italia rimane però il rifornimento di carburante.
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Hyundai, questi gli obiettivi per il 2025
In un recente incontro milanese Hyundai ha ribadito l’obiettivo di lanciare 18 nuovi modelli a “zero” o basse emissioni a livello globale entro il 2025, il che fa del brand coreano uno dei costruttori automobilistici più impegnati verso una mobilità più sostenibile. Un impegno che, oltre che sull’elettrico, da anni si concentra proprio sull’idrogeno, (entro il 2030 il costruttore coreano investirà 6,7 milioni di dollari su questa tecnologia con l’obiettivo di raggiungere una capacità produttiva pari a 700 mila veicoli fuell cell l’anno), certamente la scelta più virtuosa in termini di emissioni, seppur ad alcune condizioni che dipendono da dove e come si produce l’idrogeno. Ma questo è un altro capitolo…
Hyundai Nexo, come è fatta e cosa offre (in sintesi)
Trenta minuti – come dicevamo – sono pochissimi per raccontare un’auto. Per questo vi rimandiamo a un test drive più completo. Intanto, cominciamo dall’aspetto. Nexo a prima vista potrebbe anche sembrare una suv come tante. Solo da alcuni dettagli, come le maniglie delle porte invisibili (fuoriescono automaticamente quando serve) si capisce quanta cura aerodinamica è stata utilizzata per ridurre al minimo la resistenza aerodinamica, a vantaggio dell’autonomia e dell’efficienza.
Nexo, interni in eco pelle e fibre vegetali
Non abbiamo avuto molto tempo per approfondire… Quel che è certo è che su Nexo abbondano gli schermi Lcd che rendono chiare funzioni come la navigazione, la connettività e l’infotainment, oltre alle funzioni relative al sistema fuel cell (flusso di energia, informazioni varie sullo stato del serbatoio di idrogeno). C’è la base per la ricarica wireless dello smartphone. E ci sono i rivestimenti dei sedili in eco-pelle, dettagli trattati con eco-vernici o i tappetini realizzati con materiali biobased derivati dalla canna da zucchero. In Hyundai assicurano: “Il 15 per cento dei materiali utilizzati per gli interni sono eco-sostenibili, e migliorano il bilancio di CO2 di Nexo di un ulteriore 20 per cento”. Il problema sulle auto a idrogeno è lo spazio rubato dai serbatoi, che spesso riduce l’abitabilità. Qui le cose non vanno male e la spaziosità interna è simile a suv di analoghe dimensioni, forse il bagagliaio, seppur ampliabile – è un po’ sacrificato.
Nexo, dal tubo di scarico solo acqua
Con la solita premessa e soli 30 minuti di tempo nel traffico milanese, vi raccontiamo comunque qualche riflessione sulla guida della Nexo. La prima impressione è che non è diversa da un’auto elettrica da guidare. La potenza è notevole (163 cv o 120 kW) e si s ente anche in città. Poi, 179 km/h di velocità massima e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9,2 secondi sono dati che si spiegano da soli. Come su tutte le auto elettriche anche qui quando si frena o si rallenta si recupera energia, con la possibilità di regolare l’intensità grazie alle palette al volante. Il sistema a celle a combustibile consuma 0,84 chilogrammi di idrogeno ogni 100 chilometri (Nexo dispone di tre serbatoi da 52,2 litri di idrogeno l’uno). Il che significa un’autonomia di 666 chilometri dichiarati, simile a un’auto con motore termico. E dal tubo di scarico esce solo acqua, così pura che si potrebbe persino bere. Per fare un pieno di idrogeno basterebbero 5 minuti, a patto di avere un impianto nelle vicinanze.
Nexo, il parcheggio è già autonomo
Oltre a una lunga dotazione di sistemi Adas dedicati all’assistenza alla guida e alla sicurezza attiva, una cosa che per esiguità di tempo non abbiamo potuto sperimentare su Nexo – che è già equipaggiata con un livello di guida autonoma 4, quasi il massimo attualmente raggiungibile – è il Remote smart parking assist che consente a questa Hyundai di entrare o uscire da un parcheggio da sola, ossia in maniera autonoma e senza la presenza del conducente a bordo, un sistema analogo a quello lanciato recentemente da Tesla sulla Model 3.
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