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500 migranti sono bloccati al confine della Bosnia, sopravvivendo in strutture inadeguate a neve e temperature glaciali.
L’arrivo della prima neve d’inverno è sempre atteso e accolto con una genuina trepidazione. Ma non per tutti. Le nevicate, e il gelo, per molte persone rappresentano terrore e sofferenza, una minaccia per la propria vita. È il caso di centinaia di migranti che si trovano sul confine della Bosnia, costretti ad affrontare le temperature gelide senza protezioni né ripari adeguati.
Le persone si trovano al campo profughi di Lipa, nei pressi della cittadina di Bihac in Bosnia Erzegovina, o di quello che rimane della struttura. Prima della nevicata di questi giorni il campo è stato infatti distrutto da un incendio e da tempo è stato giudicato inadeguato per accogliere delle persone.
“Con le recenti pesanti nevicate e le temperature glaciali, la vita e la salute di circa 500 persone bloccate nel vecchio campo di Lipa si trovano a rischio”, hanno lanciato l’allarme l’Organizzazione internazionale per la migrazione (Oim) e l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta. “Senza riscaldamento, vengono già riportati casi di ipotermia, geloni e altri problemi gravi legati al freddo. Nonostante gli sforzi di organizzazioni umanitarie per prestare assistenza, le loro vite sono a rischio immediato”.
Il campo profughi Lipa era stato costruito a inizio anno per ovviare a problemi di affollamento in altri campi, specialmente con lo scoppio della pandemia, ma le strutture non sono mai state isolate per l’inverno né sono state fornite stufe e gas. Le persone provano a resistere avvolgendosi in coperte e accendendo fuochi per scaldarsi.
Le agenzie delle Nazioni Unite fanno anche notare che oltre al campo di Lipa, ci sono altre 2.000 persone che si rifugiano e sopravvivono in edifici abbandonati e campi improvvisati, in vista dell’inverno davanti a loro. “La mancanza di azione in maniera urgente metterà tutte queste vite a rischio”.
La Bosnia è ormai da tempo diventata un imbuto nella rotta balcanica dei migranti. Migliaia di persone provenienti da diverse parti del mondo in fuga da conflitti e povertà – dalla Siria, al Bangladesh, al Marocco – si ritrovano bloccati alle porte dell’Europa e costretti a vivere in campi provvisori. “Viviamo come animali. Anzi, gli animali vivono meglio di noi”, afferma un uomo pakistano. “Se non ci aiutano, moriremo. Per favore aiutateci”.
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