“Questo murale è una protesta, è un grido d’aiuto”. Così lo street artist Mundano descrive la sua ultima opera, realizzata con le ceneri dell’Amazzonia.
A prima vista può sembrare un murale come tanti altri, dipinto sulla facciata di un palazzo di San Paolo, in Brasile. L’opera dello street artist Mundano, però, porta con sé un messaggio forte, impossibile da ignorare. Perché non è stata realizzata con vernici e bombolette, bensì con le ceneri degli alberi dati alle fiamme nella foresta amazzonica.
L’opera dello street artist Mundano a San Paolo
Thiago Mundano, noto semplicemente come Mundano, ha iniziato la sua carriera di street artist nei primi anni Duemila. Si definisce un attivista, intenzionato a usare i suoi progetti come veicolo per risvegliare le coscienze dei suoi concittadini su tematiche sociali e ambientali.
La sua ultima creazione è proprio “Il pompiere della foresta”, un murale di mille metri quadrati che reinterpreta il dipinto “Il coltivatore di caffè” di Candido Portinari. Stavolta il protagonista non è più un coltivatore bensì un vigile del fuoco che si staglia, serio e concentrato, nel bel mezzo di una foresta distrutta da un incendio.
VIDEO: Tired of seeing the lush Amazon destroyed over many years, Brazilian street artist Mundano decided to let nature speak for itself: he has painted a giant mural in Sao Paolo using ashes he collected from the scorched rainforest pic.twitter.com/E1ZUgWtufM
Per dipingere l’intera facciata del palazzo Mundano ha recuperato due quintali di ceneri da diverse aree naturali che sono state incendiate, tutte in Brasile: la foresta primaria dell’Amazzonia, le paludi del Pantanal, la foresta atlantica e la savana del Cerrado. Durante il suo viaggio, di oltre 10mila chilometri, si è confrontato anche con vigili del fuoco e volontari.
“Quest’idea è sorta dall’impotenza”, ha dichiarato ai giornalisti. “Per decenni abbiamo visto come la foresta veniva bruciata e, negli ultimi anni, questo fenomeno ha raggiunto livelli record”. L’intento dichiarato è quello di creare consapevolezza anche tra gli abitanti della metropoli, molto distante – sia geograficamente sia come stile di vita – dall’Amazzonia. “Questo murale è una protesta, è un grido d’aiuto”, sottolinea.
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