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Break Free, arrestate decine di manifestanti contro i combustibili fossili negli Stati Uniti
A Washington un gruppo di attivisti ha occupato dei binari ferroviari che conducono a raffinerie di petrolio per protestare contro i combustibili fossili.
“Io penso che dovremmo essere innanzitutto uomini e poi sudditi. Non è desiderabile coltivare il rispetto per la legge, quanto quello per la giustizia. Il solo dovere che ho il diritto di praticare è di compiere in ogni occasione ciò che ritengo giusto”, scriveva Henry David Thoreau nel suo illuminante saggio Disobbedienza civile.
Quello che cinquantadue manifestanti, nello stato di Washington, ritenevano giusto era occupare e bloccare i binari ferroviari che conducono i convogli verso raffinerie di petrolio, come parte di una protesta globale contro la dipendenza dai combustibili fossili. Il governo ha però ritenuto illegale questo comportamento e ha prontamente arrestato tutti gli attivisti, accusati di violazione di domicilio.
La protesta faceva parte del Break Free 2016, una mobilitazione a livello mondiale per chiedere di abbandonare i combustibili fossili e accelerare la transizione verso le energie rinnovabili in nome di un futuro sostenibile. Tra il 4 e il 15 maggio erano previste in tutto il mondo azioni di disobbedienza civile per contrastare l’estrazione dei combustibili fossili.
“Break Free esercita pressioni sul sistema in modo da ottenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno, ma si tratta anche di immaginare un’alternativa”, ha dichiarato Ahmed Gaya, uno degli organizzatori. Ad Anacortes, città situata nello stato di Washington, i manifestanti si sono accampati sui binari di proprietà della compagnia ferroviaria Burlington Northern and Santa Fe Railway (Bnsf Railway), montando le tende e ignorando gli ordini della polizia che intimava loro di disperdersi.
I binari occupati conducono alle raffinerie di proprietà della Tesoro Corp e Royal Dutch Shell, la linea ferroviaria è stata chiusa durante le proteste, ma ha riaperto domenica, ha affermato il portavoce della Bnsf Gus Melonas. “Siamo felici che possano esprimere la propria opinione, ma chiediamo loro di farlo al di fuori della proprietà della ferrovia”, ha concluso Melonas.
La protesta di Anacortes non è che l’ultima di una serie di manifestazioni svoltesi in tutto il mondo per far sentire la voce dei cittadini e dire basta alla dipendenza dal petrolio. In Australia un gruppo di canoisti ha cercato di bloccare il porto da cui parte la più grande quantità di carbone del mondo, a Newcastle, nel sud del Galles centinaia di attivisti hanno invaso più grande miniera di carbone a cielo aperto del Regno Unito, mentre in Germania, la più grande miniera a cielo aperto d’Europa, è stata costretta a chiudere da una grande folla di manifestanti.
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