Il caldo estremo continua a colpire India e Pakistan. Si teme per i raccolti.

In India e Pakistan continuano gli effetti del caldo estremo. Un lago glaciale si è sciolto e si teme per le esportazioni di grano.

Il caldo estremo in Asia meridionale non accenna a diminuire. Dopo quelle eccezionali, registrate a fine aprile, le temperature non accennano a diminuire. E così anche il mese di maggio si apre con le colonnine di mercurio che sfiorano i 50 gradi centigradi. Sono ormai due mesi che il fenomeno si abbatte su un intero subcontinente: il mese di marzo 2022, in particolare, è stato il più caldo degli ultimi 122 anni e ciò sta mettendo a rischio la sicurezza alimentare dei due paesi, nonché i loro raccolti agricoli.

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Terra arida a causa del caldo estremo © Maud Correa/Unsplash

Il caldo estremo scioglie un lago glaciale in Pakistan

L’Asia meridionale non è estranea a ondate di caldo di questo genere, ma l’intensità e la durata di questa ondata è sbalorditiva. È stato l’aprile più caldo mai registrato prima, soprattutto per il Pakistan e per tutta la catena montuosa dell’Himalaya.

Addirittura, l’8 maggio, le temperature del Pakistan centrale hanno toccato punte di 48 gradi, rilevate nelle località di Sibi e Jacobabad. A nord dell’India, a Barmer, si sono raggiunti i 46,3 gradi temperature ancora più alte sono previste per la prossima settimana. L’ondata di caldo interessa anche l’Asia centrale, con 40 gradi registrati in Turkmenistan.

E gli effetti non si stanno facendo attendere: in Pakistan, lo scioglimento del lago glaciale Shishper ha già causato il crollo di un ponte nella regione di Hunza, danneggiando case ed edifici. L’alluvione ha anche spazzato via due centrali elettriche ad Hassanabad.

A rischio le esportazioni di grano

Il caldo estremo ha costretto agricoltori, lavoratori edili e studenti a riorganizzare le loro vite e la produttività del lavoro è in calo. Il raccolto di grano indiano potrebbe diminuire del 4 per cento rispetto al raccolto del 2021, collezionando così una serie progressiva di cinque raccolti consecutivi e negativi. L’India è chiamata a sostituire Russia e Ucraina nell’esportazione di grano mondiale, ma l’ondata di calore non prospetta nulla di buono in tal senso.

“È un po’ presto per comprendere appieno l’entità della perdita di raccolto”, ha affermato un alto funzionario del governo intervistato dall’agenzia di stampa Reuters. “Sulla base delle stime di produzione emesse dal governo a febbraio, avremmo potuto facilmente esportare molto più di 12 milioni di tonnellate, ma ora sembra che non supereremo i 10 milioni di tonnellate”.

Molti trader sono più pessimisti e se le esportazioni dovessero minacciare il fabbisogno interno, l’India sarebbe disposta a bloccarle. Intanto, i prezzi locali del grano sono aumentati e India e Pakistan sono preoccupati per la sicurezza alimentare delle proprie popolazioni.

Ma oltre al cibo, India e Pakistan sono chiamate ad aumentare i sistemi di sicurezza per salvare vite umane: l’ondata di calore del 2015 aveva portato alla morte quasi 3.500 persone. È stata la quarta ondata di caldo più mortale tra quelle registrate e ciò dimostra quanto queste regioni siano obbligate a investire nell’adattamento ai cambiamenti climatici per evitare altre tragedie come questa.

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