
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
In tutta Europa sono 262 le grandi aziende che hanno pubblicato volontariamente i propri impegni nella lotta ai cambiamenti climatici. Molte di queste sono italiane.
Agire nei confronti dei cambiamenti climatici non è più una questione politica o un’ideologia ecologista. A confermarlo è quell’89 per cento di grossi gruppi europei che hanno incrementato le azioni nei confronti del “climate change”. O di quel 75 per cento che offrono incentivi per la gestione dei cambiamenti climatici.
Lo rende noto il Cdp (Carbon disclousure project), associazione che mette a disposizione dei grandi gruppi la consulenza per la gestione e la mitigazione del proprio impatto ambientale. Per questo ogni anno stila la “Climate A List”, ovvero una classifica delle maggiori organizzazioni che meglio stanno rispondendo alla sfida dei cambiamenti climatici. “Si tratta di marchi globali come Alcatel, Siemens ma anche le tre piu’ grandi multinazionali per capitalizzazione di mercato come Apple, Microsoft e Google”, specifica Cdp.
Per questo, anche per il 2014, l’associazione ha presentato in Borsa italiana il “Climate Change Report Italian Edition 2015”, che analizza le informazioni sull’impatto ambientale fornite dalle principali società quotate italiane ed europee e stila la classifica delle realtà maggiormente virtuose.
A entrare nella lista sono gruppi come Intesa Sanpaolo, Fiat Chrysler Automobiles Nv, Cnh Industrial, Yoox Group, Save – Aereoporto di Venezia e Gtech SpA, che hanno messo in luce una maggiore consapevolezza circa l’importanza non solo di rendere disponibili le informazioni sul proprio impatto sui cambiamenti climatici, ma di mettere in atto azioni di mitigazione. Le iniziative per ridurre le emissioni di CO2 sono aumentate del 73 per cento, con sempre maggior attenzione verso l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili.
“Le grandi aziende hanno un potere incredibile. L’influenza che le scelte di business hanno sul cambiamento climatico ha raggiunto un punto critico, per questo le aziende devono darsi da fare”, ha dichiarato Paul Dickinson, presidente e cofondatore di Cdp. “Hanno bisogno di una politica ambiziosa sia a livello nazionale che internazionale che le supporti e che sia da stimolo per la diffusione di buone pratiche su larga scala”.
Lo conferma anche l’Ocse che nel suo World Economic Outlook scrive: “Deboli prospettive di crescita non sono una scusa per procrastinare iniziative sul cambiamento climatico”. Anzi, “Un’azione collettiva sugli investimenti, compresi quelli sul clima, sosterrebbe la crescita”. Si è arrivati a un punto di non ritorno, probabilmente anche a livello economico e finaziario, e molte aziende l’hanno già capito.
“È incoraggiante vedere che le aziende europee sono molto presenti sulla Climate A List. Le politiche europee ambiziose e di lungo periodo hanno certamente contribuito a stimolare questo sviluppo e hanno reso i prodotti e i servizi europei tra i più efficienti e desiderabili al mondo”, ha commentato Steven Tebbe, managing director del Cdp Europe. “Tuttavia, considerando il contributo storico al cambiamento climatico, l’Europa ha l’obbligo morale di trovare delle soluzioni. Se per ora questa ambizione sta mettendo alla prova solamente il settore privato, nel medio-lungo periodo creerà posti di lavoro qualificati, innovazione e competitività”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Il parlamento dell’Ungheria ha approvato una nuova stretta repressiva che inserisce in Costituzione il divieto a manifestazioni come il Pride.
Per anni Chevron ha inquinato e alterato la costa vicino a New Orleans, negli Stati Uniti, andandosene senza bonificare
Donald Trump ritiene che abbattendo le foreste si possano limitare gli incendi e produrre più legname. Gli esperti gli danno torto.
In un nuovo decreto previsti limiti più stringenti per queste molecole chimiche eterne, ma ancora superiori a quelle indicate dalle agenzie ambientali.
Trovato un accordo sul testo del trattato di pace con Baku, che non è ancora stato firmato e presuppone grosse concessioni da parte di Erevan. Intanto il parlamento approva un disegno di legge per la richiesta di adesione all’Ue.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.