
L’Azerbaijan ha riconquistato il Nagorno-Karabakh. E la popolazione armena è in fuga per timore di subire una pulizia etnica.
Nuove location turistiche di lusso sulle coste della Cambogia mettono a rischio la sopravvivenza della popolazione che da decenni abita in quelle zone.
Una mattina, in una delle splendide spiagge nella provincia di Sihanoukville in Cambogia, fra sdraio e chioschi, sono arrivati i bulldozer. Dal 2020, una serie di progetti turistici e abitativi di lusso sta trasformando la costa della provincia, mettendo a rischio la situazione abitativa dei cittadini locali. I segnali dello sviluppo turistico sono ovunque: lungo la baia cambogiana del golfo del Siam, i camion scaricano sabbia per un megaprogetto multimiliardario chiamato Bay of lights, che comprende case di lusso, un beach club, una pista di go-kart e una postazione per bungee jumping. Di fronte, sull’isola di Koh Rong Sanloem, altri hotel e resort di lusso sono in costruzione, ma il panorama è tutt’altro che sfarzoso: rifiuti e resti di demolizione precedenti si accatastano sulla spiaggia, rendendo la vita degli abitanti ancora più difficoltosa.
Non si tratta del primo progetto di trasformazione per Sihanoukville: la provincia aveva già attirato l’attenzione internazionale quando nel 2013 è iniziato il boom dei casinò alimentati dalla Cina. Negli anni successivi, le strade di Sihanoukville erano colme di hotel, casinò e ristoranti e attiravano più visitatori della meta turistica più famosa della Cambogia, Angkor Wat, secondo i dati del quotidiano inglese The Guardian. Tuttavia, nell’agosto 2019 è stato annunciato il divieto di gioco d’azzardo e la metà dei casinò ha chiuso i battenti. Insieme alle ricadute economiche della pandemia di Covid, Sihanoukville è rimasta con edifici vuoti e progetti edilizi abbandonati.
Ora il governo della Cambogia sta lavorando a un nuovo piano regolatore, con l’intento di attirare turisti più facoltosi e diversificare l’economia, un tempo basata sui casinò. A pagare il prezzo maggiore sono i residenti, che da decenni abitano nella zona in abitazioni precarie puntando sulla pesca. Secondo i testimoni, ci sono stati sfratti improvvisi, confische di terreni agricoli e la perdita di aree di pesca redditizie. Inoltre, sulle spiagge si trovano ancora rifiuti edili dovuti all’abbattimento dei casinò. I locali che avevano puntato sul flusso di turisti per organizzare stand e negozi, ora devono andare via. Nelle lettere di sfratto inviate ai residenti si legge che quasi tutta l’isola è stata affittata a due società private e che le attività commerciali locali operano senza autorizzazione.
Nel 2022, il governo della Cambogia ha approvato piani di investimento per 19 delle 32 isole di Sihanoukville. I residenti affermano di non essere mai stati informati dei progetti. Un uomo, la cui attività sulla spiaggia è stata demolita, dice che le autorità gli hanno intimato di non parlare con i media. Crede che l’isola sia in rovina dopo aver visto le ruspe distruggere la foresta. “Ci sono solo grandi strade, che abbattono tutto. Dicono di voler rendere l’isola più bella, ma io non ci credo. Sono troppo potenti”, ha detto al quotidiano inglese. Le concessioni di terreni a privati e aziende stanno aumentando in tutta la Cambogia, spesso favorendo le élite. Nella regione, almeno 39 cessioni hanno privatizzato 3.802 ettari dalla fine del 2018 e sono state realizzate attraverso sfratti coatti dei residenti. Il fenomeno è noto in inglese come land grabbing e in tutto il mondo colpisce soprattutto le comunità indigene. Spesso, anche in caso di opportunità di rilocazione offerte agli abitanti, le nuove case si trovano in altre zone che potrebbero essere vendute a breve, perciò il rischio sfratto è costante.
Ci sono state delle piccole proteste a Sihanoukville e un gruppo di villaggi locali si è riunito per manifestare nella capitale Phnom Penh. Molti abitanti, però, preferiscono non allontanarsi dalle loro case, per timore che da un momento all’altro vengano abbattute. “Non posso accettare tutto questo”, spiega uno degli abitanti. “Qui la terra dovrebbe appartenere alla gente. Vivere in Cambogia è così difficile“.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Azerbaijan ha riconquistato il Nagorno-Karabakh. E la popolazione armena è in fuga per timore di subire una pulizia etnica.
A New York ci sono 110mila migranti, ma la situazione è critica in molte città statunitensi per l’arrivo di migranti dal continente americano e non solo.
Si è riacceso il conflitto tra Azerbaigian e Armenia sul Nagorno Karabakh. C’è l’accordo per la tregua, ma non si sa cosa spetterà alla popolazione armena.
75mila persone hanno sfilato a New York contro i combustibili fossili. Si tratta delle più grande manifestazione per il clima degli ultimi cinque anni.
In Iran è stata presentata una nuova legge repressiva contro le donne. Proprio quando ricorre l’anniversario della morte di Mahsa Amini.
Prove generali in Russia in vista delle presidenziali del 2024. Chiamata alle urne anche nelle quattro regioni ucraine annesse da Mosca. Usa e Unione europea non riconosceranno l’esito delle votazioni nei territori occupati.
Il numero delle vittime causate dal terremoto in Marocco continua a salire. Le zone rurali, difficili da raggiungere, sono tra le più colpite.
La tempesta Daniel ha colpito soprattutto la città di Derna, in Libia, dove la rottura di alcune dighe ha provocato gravissime inondazioni.
Dopo un doppio corteo contro il governo che ha paralizzato un’autostrada, la polizia dei Paesi Bassi ha fermato migliaia di attivisti ambientali.