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La Campania ha detto basta alle gabbie e al sovraffollamento negli allevamenti. E apre la strada a un miglioramento del benessere animale in Italia.
In Campania è stata approvata dal consiglio regionale la mozione che prevede, finalmente, lo stop alle gabbie e ai recinti troppo affollati negli allevamenti. Il provvedimento aiuterà ad aumentare il benessere degli animali, garantendo loro una vita diversa e un maggior rispetto per la loro salute. In questo modo la regione si allinea alla decisione dell’Emilia-Romagna risalente al maggio 2021.
Il provvedimento voluto dalle autorità campane è in linea con l’iniziativa “End the cage age”, letteralmente “Stop all’era delle gabbie”, che ha visto la consegna alla commissione europea di 1,4 milioni di firme raccolte in tutta Europa. Dopo il successo della petizione popolare, infatti, si è accettato di presentare una proposta legislativa entro la fine del 2023 per eliminare progressivamente l’uso di gabbie per galline, suini materni, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali. Un progetto ambizioso che entro il 2027 dovrà coinvolgere man mano tutte le specie che vivono in allevamento.
A questo proposito Alice Trombetta, direttrice esecutiva di Animal Equality Italia, ha dichiarato: “La scelta del consiglio regionale della Campania è esemplare e necessaria. Come Animal Equality ci battiamo da tempo contro la crudeltà nei confronti degli animali allevati e un cambiamento positivo è finalmente in atto: non è più possibile condannare quelli coinvolti nella filiera alimentare a sofferenze evitabili e inutili come l’uso delle gabbie, un tema sul quale ci siamo spesi insieme a tante altre associazioni italiane ed europee. Auspichiamo che all’approvazione di questa mozione ne seguiranno presto ancora molte altre”.
La Campania diventa così una regione antesignana nell’ambito dei diritti animali insieme all’Emilia-Romagna dopo la scelta di una nuova via più rispettosa dell’ambiente che ci circonda. La vita in gabbie anguste e in spazi super affollati determina, infatti, problemi sanitari enormi e un rischio maggiore di malattie a carico degli ospiti degli allevamenti. Patologie che si riflettono non solo sul loro stato di salute, ma anche su di noi e sull’ambiente circostante. Non a caso, la questione sanitaria della zootecnica campana è risultata problematica negli ultimi tempi, come dimostrano anche i numeri raggiunti dall’epidemia di brucellosi bufalina che si è diffusa tra i bovini degli allevamenti della regione.
La promiscuità degli ambienti, con gli animali costretti a vivere in spazi ristretti, contribuisce al contagio e al diffondersi delle epidemie. La brucellosi, infatti, ha causato l’eliminazione di moltissimi capi di bestiame: sono state circa 100mila le bufale sane abbattute per colpa di test risultati alla fine dei falsi positivi, sul cui risultato sta indagando la magistratura.
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