La startup italiana Ener2Crowd sta trasformando la climate remediation in una opportunità per molti attraverso una piattaforma di crowdinvesting.
Come la carenza di cobalto etico mette in difficoltà Apple e Tesla
Metà della fornitura mondiale di cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo dove è radicata la piaga del lavoro minorile. Fujitsu ha però annunciato che fornirà presto un’alternativa al cobalto.
Nella Repubblica Democratica del Congo migliaia di bambini e ragazzi vengono sfruttati nelle miniere per l’estrazione del cobalto. Il cobalto è un minerale utilizzato per la realizzazione delle batterie dei nostri smartphone, laptop e automobili. Gli effettivi dati circa lo sfruttamento minorile nell’industria dell’estrazione del cobalto congolese, nazione da cui attualmente proviene oltre la metà della fornitura mondiale del minerale, sono stati rivelati da un rapporto pubblicato lo scorso anno da Amnesty International in collaborazione con African Resources Watch.
Il legame tra cobalto e lavoro minorile
Secondo l’organizzazione umanitaria diverse grandi aziende del settore della tecnologia acquistano le loro batterie da compagnie che sfruttano il lavoro minorile per l’estrazione di cobalto. L’esposizione prolungata alle polveri generate dall’estrazione del cobalto può causare gravi malattie respiratorie, mentre i crolli nelle gallerie artigianali sono comuni e provocano centinaia di morti all’anno. Inoltre, secondo il rapporto di Amnesty, la maggior parte dei minatori “non ha nemmeno l’equipaggiamento di protezione base, come guanti, vestiti da lavoro o mascherine”.
Non si trova cobalto etico
Grandi aziende che utilizzano notevoli quantità di cobalto per la realizzazione dei propri prodotti, come Tesla e General Electric, si trovano ora ad affrontare una grave carenza di cobalto proveniente da fonti etiche e certificate, la domanda di questo minerale dovrebbe inoltre aumentare del 500 per cento, secondo quanto riportato dal sito che si occupa di energia e geopolitica OilPrice.com.
Fame di cobalto
La domanda di cobalto sta dunque crescendo esponenzialmente, anche Amazon ne ha bisogno per produrre il suo Kindle, l’industria delle batterie ne utilizza circa il 42 per cento della produzione mondiale, mentre il resto viene utilizzato per applicazioni industriali e militari. Le grandi società come Apple e Tesla non possono più ignorare le domande imbarazzanti circa la provenienza del loro cobalto che, in linea generale, non è etico, secondo OilPrice.com.
Le alternative etiche
TechCrunch, blog statunitense che si occupa di tecnologia e informatica, ha riferito che circa il 97 per cento del cobalto mondiale è un sottoprodotto del nichel o rame. Stanno però sorgendo delle alternative per i produttori che necessitano di cobalto sostenibile. L’azienda statunitense Us Cobalt sta acquistando giacimenti di cobalto nell’Idaho e commercializzerà il minerale estratto senza sfruttare i lavoratori. L’azienda giapponese Fujitsu ha invece appena annunciato di aver sviluppato una nuova tecnologia, ricavata dalla lavorazione di materiali a base ferrosa a cui ha conferito la tensione necessaria, in grado di offrire un’alternativa vera e propria al cobalto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dal 2027 le norme europee renderanno obbligatorio il passaporto digitale per quasi tutte le batterie dei veicoli elettrici: più attenzione all’ambiente e ai diritti umani.
Tecnologia e umanità possono coesistere: lo dimostra FamilyHelp.ai, una startup che ridefinisce le dinamiche dell’assistenza domiciliare.
L’impennata dei consumi energetici dovuti allo sviluppo dell’intelligenza artificiale fa ripartire persino la centrale di Three Mile Island, famosa per il disastro nucleare peggiore degli Stati Uniti.
Il prodotto è fatto in nylon riciclato e il prezzo sul mercato è di 29,99 euro. Per la loro invenzione gli studenti hanno già vinto un premio che ripaga gli sforzi.
La collaborazione tra startup e imprese può accelerare l’innovazione sostenibile? Se ne è parlato al Business meets social innovation 2024.
Vita Health è l’app che offre un supporto concreto per il benessere quotidiano, con piani nutrizionali personalizzati e allenamenti su misura.
Fondata da Kseniya e Max Lenarciak e Davide De Marchi, la startup Sly sfrutta l’intelligenza artificiale per intercettare tempestivamente gli incendi boschivi.
Nella visione di Becoming Education, bilinguismo e partecipazione delle famiglie ridisegnano l’educazione per formare cittadini responsabili.