Il caricabatterie universale è legge: obbligatorio in Europa entro il 2024

Dopo 13 anni, il Parlamento europeo approva la direttiva sul caricabatterie universale. Dovrà essere adottato entro il 2024 da tutti gli stati membri.

  • Dopo 13 anni di attesa, il Parlamento europeo approva la direttiva sul caricabatterie universale.
  • Entro il 2024, tutti i produttori dovranno adattarsi: il consumatore, nel momento dell’acquisto, potrà scegliere se acquistare anche un caricatore.
  • Secondo gli europarlamentari si risparmieranno almeno 11mila tonnellate l’anno di rifiuti elettronici.

Ogni giorno, nel mondo, vengono venduti 1,7 miliardi di dispositivi elettronici e ciascuno di questi ha un caricatore. Spesso questi caricabatterie sono diversi l’uno dall’altro, tanto che quando ce lo si dimentica non è scontato trovarne uno in prestito chiedendolo a un amico o collega.

Ma le cose stanno finalmente cambiando, almeno all’interno dei confini dell’Unione europea: dopo 13 anni di memorandum e di intese, l’adozione del caricabatterie universale per i dispositivi elettronici è diventata una legge europea. Durante la seduta plenaria del 4 ottobre 2022 che ha preceduto il voto con il quale il Parlamento europeo ha approvato la legge, i deputati l’hanno definito “un primo passo concreto verso la transizione digitale“.

caricatore unico
I produttori dovranno adattarsi al caricatore unico entro il 2024 © Alexis Haulot/European Union 2020

13 anni per arrivare a questa legge sono troppi

Il 4 ottobre, quindi, giunge alla fine del suo iter legislativo la direttiva 2014/53/Ue su “l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio”. I consumatori non avranno più bisogno di acquistare un caricabatterie ogni volta che acquistano un nuovo dispositivo, poiché uno stesso congegno potrà essere utilizzato su tutta una serie di dispositivi elettronici portatili di piccole e medie dimensioni. Una scelta che farà risparmiare, dicono dal Parlamento, almeno 11mila tonnellate di rifiuti elettrici l’anno, un risparmio di 250 milioni di euro spesi in accessori inutili.

Addio quindi alla giungla di cavi e cavetti, date il benvenuto allo standard unico, l’usb-c. Un’iniziativa che rende più concreto il cammino dell’economia circolare. Nonostante il suo apporto benefico all’economia, il testo legislativo, che è stato approvato con 602 voti favorevoli, 13 contrari e 8 astensioni, ha attirato anche diverse bacchettate da parte di diversi europarlamentari intervenuti durante la plenaria di Strasburgo, i quali hanno evidenziato come 13 anni rappresenti un tempo inaccettabile per provvedimenti di questo tipo.

Il caricabatterie universale dovrà essere adottato entro il 2024

Era il 2009, infatti, quando la proposta di legge arrivò per la prima volta sugli scranni del Parlamento. Da allora c’è stato un gran lavoro di intese con le aziende produttrici: finora è valso il principio dell’autoregolamentazione del mercato, che evidentemente non ha funzionato, dal momento che i produttori di dispositivi elettronici hanno continuato a commercializzare prodotti dagli standard differenti.

Tra due anni non sarà più così: la standardizzazione del cavo per il caricamento di smartphone e computer portatili diventerà realtà ed entro l’autunno 2024 (gli stati membri hanno infatti due anni di tempo per adottare le direttive europee) i produttori dovranno adattarsi alle nuove regole.

“Nessuno può fermare le istituzioni europee quando si mette il cittadino al centro”, è stato il commento di Jordi Cañas, uno degli eurodeputati intervenuti in plenaria. Una dichiarazione che sottolinea bene la resistenza avanzata dalle lobby dei produttori in questi anni: i politici hanno citato Apple (che ha appena lanciato l’Iphone 14 senza però adeguarlo ancora alla direttiva, quindi senza usb-c), Amazon, Microsoft. Mma l’elenco è composto in realtà da centinaia di piccoli e grandi fabbricanti.

caricabatterie universale
A sinistra, il rapporteur della direttiva Alex Saliba © Alain Rolland/European Union 2022

Tra i prossimi obiettivi c’è il diritto alla riparazione

La direttiva include quattordici tipi di prodotti elettronici che saranno coinvolti dalle nuove regole: telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, auricolari e cuffie, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili, e-reader, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili, cuffiette e laptop ricaricabili via cavo, che operano con una potenza fino a 100 watt. Ma l’iter della transizione digitale non termina qui: tra i prossimi risultati i parlamentari puntano al caricatore wireless e a regolare il diritto alla riparazione e l’obsolescenza programmata.

“Questa legge ‘a prova di futuro’ consente lo sviluppo di soluzioni di ricarica innovative e andrà a vantaggio di tutti, dai consumatori frustrati al nostro vulnerabile ambiente”, ha spiegato il relatore della legge, l’eurodeputato maltese Alex Agius Saliba. “Sono momenti difficili per la politica, ma abbiamo dimostrato che l’Unione europea non ha esaurito le idee o le soluzioni per migliorare la vita di milioni di persone in Europa e per ispirare altre parti del mondo a seguirne l’esempio”.

“Sappiamo che in questo momento le principali preoccupazioni delle famiglie europee sono altre – ha commentato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager -, ma questo dibattito dimostra che il parlamento è capace di lottare al fianco dei cittadini, spingendoli a fare la cosa giusta. Si tratta di qualcosa di concreto che cambierà la vita dei cittadini. Basterà questa misura per lottare contro i cambiamenti climatici? Certo che no, ma uno dei tanti passi da compiere è quello di rendere il digitale più sostenibile”.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati