Mostra Ashes and Snow

Le installazioni dell’artista Gregory Colbert alla mostra Ashes and Snow all’Arsenale di Venezia. un contatto tra uomo e animale

Senza parole. E’ la sintesi dello stato in cui ci si trova dopo
aver visitato la mostra “Ashes and Snow” all’Arsenale di
Venezia.
Le installazioni dell’artista Gregory Colbert fanno subito entrare
in contatto lo spettatore con la percezione che la comunicazione
tra uomo e animale esiste, e si trova al di sopra delle parole. E
si ha l’impressione che i commenti verbali alle immagini stridano
con l’armoniosa quiete che le pervade.

Le fotografie sono in un bianco e nero ricercato – realizzato con
le tonalità del seppia, del bianco e dell’ocra – che
conferisce all’immagine un carattere d’epoca nel quale ogni minimo
dettaglio emerge con chiarezza. Così gli sguardi dei
monaci-bambini in meditazione e dei pachidermi che li accompagnano
non passano inosservati, e lo spettatore nota che il bambino steso
in posizione fetale, in una pozza d’acqua, non è bagnato
dalla pioggia ma dall’energico e giocoso spruzzo della proboscide
di un elefante, del quale si intravede solo una parte delle
zampe.

Un filmato narra le foto una ad una, illuminando anche i più
diffidenti su come gli scatti siano stati realizzati “dal vero” –
senza fotomontaggi – in una situazione di totale sintonia tra i
protagonisti, nella quale gli animali hanno deliberatamente scelto
di interagire con gli uomini.
Le immagini, e le foto, che forse rendono meglio quest’idea sono
quelle tra la donna e il falco del deserto. Lei, che ha la pelle
nera ed è avvolta in una tunica bianca di stoffa annodata su
un lato, danza all’interno di una stanza, e ha nelle mani due piume
affusolate. Alle sue spalle il falco. Magicamente, il movimento
delle braccia di lei innesca il volo del falco, non una ma
più volte. E il falco nel suo volo scansa appena il corpo
danzante della donna …anzi con l’enorme ala dispiegata le
accarezza dolcemente il volto e la spalla.

Meditazione, silenzio, immobilità o movimento espressivo
sono i linguaggi che la narrazione di Colbert connette alla
comunicazione fra gli esseri viventi: espressioni di una
verità che non ha bisogno di parole perché sgorga
direttamente dal cuore.

Paola
Magni

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