
In tutto il mondo crescono superfici agricole coltivate a biologico e produttori, ma serve una spinta ai consumi verso la transizione agroalimentare.
Effetto pandemia sugli acquisti del cibo bio in Italia: i dati Nielsen e AssoBio relativi al 2020 registrano un +150 per cento per la vendita online.
Durante il lockdown gli italiani hanno riscoperto la voglia di cucinare e di mangiare sano. La paura della Covid-19 ha portato una forte spinta a migliorare le proprie abitudini alimentari per tenere alte le difese immunitarie dell’organismo. In particolare, gli italiani hanno premiato il cibo biologico e biodinamico. Per questo motivo nel 2020 si è registrato un aumento del 7 per cento delle vendite di prodotti biologici rispetto al 2019.
Secondo le indagini elaborate da Nielsen con AssoBio nel corso del 2020 gli acquisti dei prodotti biologici in Italia sono cresciuti per un valore complessivo superiore ai 4,3 miliardi di euro. I dati dicono che l’incremento nei supermercati è stato del 6,5 per cento, del 10 per cento nelle botteghe specializzate, del 12,5 per cento tra gli scaffali dei discount e, dato più rilevante, +150 per cento per la vendita online.
Consumi che dimostrano come gli italiani abbiano a cuore l’attenzione alla propria salute e a quella del pianeta. Una tendenza – e una nuova abitudine di vita – che è stata colta anche dalla grande distribuzione (gdo) che ha portato la quota di distribuzione di prodotti bio a +48,7 per cento.
“Il settore del biologico – ha spiegato Roberto Zanoni, presidente di AssoBio – rappresenta un driver sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità. Proprio durante il lockdown, i consumatori sono andati alla ricerca di prodotti biologici e biodinamici, a conferma di una tendenza di crescita già in atto. Il consumatore italiano sta prestando sempre maggiore attenzione alla qualità e alla sicurezza. Con uno sguardo sempre rivolto alla corretta politica dei prezzi, a conferma di un giusto ed equo riconoscimento dei processi e della loro certificazione”.
Anche Nicola De Carne, retailer client business partner di Nielsen, ha affermato che “oggi è necessario riconsiderare il ruolo del biologico in un contesto più ampio, richiamando sempre più l’italianità e il territorio. Due fattori che danno agli italiani l’idea di sicurezza, qualità e genuinità”. Elementi molto amati all’estero, tanto da posizionare l’Italia al secondo posto nel mondo per esportazioni di prodotti biologici dopo gli Stati Uniti con un +8 per cento rispetto al 2019 e due miliardi e 619 milioni di euro di vendite oltreconfine.
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