
Dopo lo scandalo del bacio non consensuale, Rubiales si è finalmente dimesso dal ruolo di presidente della Federazione spagnola.
Dopo aver vietato le buste di plastica in alcune aree il Cile le bandisce da tutto il territorio nazionale, diventando il primo paese sudamericano a compiere questo passo.
L’urgenza di contrastare la piaga rappresentata dalla plastica è ormai sotto gli occhi di tutti. Ne siamo letteralmente sommersi, nessun luogo sembra essere al sicuro ed è ormai entrata nella catena trofica oceanica, con conseguenze a cascata su un gran numero di specie, esseri umani compresi. Numerose nazioni stanno adottando provvedimenti per vietare o quantomeno limitare la produzione e l’utilizzo di plastica, innescando una virtuosa reazione a catena. Lo scorso maggio, ad esempio, la Commissione europea ha presentato una direttiva che prevede il divieto di alcuni oggetti di ampia diffusione, come piatti e posate usa e getta, cannucce e cotton fioc, a giugno il primo ministro dell’India ha invece annunciato che il Paese vieterà tutte le materie plastiche usa e getta entro il 2022, mentre dal 31 agosto di quest’anno la plastica monouso sarà vietata anche sulle isole di Lampedusa e Linosa. L’ultima buona notizia arriva dal Cile, che ha annunciato il divieto di utilizzare buste di plastica negli esercizi commerciali di tutto il Paese.
Grazie alla nuova legge, approvata dal Congresso, promulgata dal presidente Sebastián Piñera e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, il Cile è diventato il primo paese sudamericano a vietare per legge l’uso commerciale dei sacchetti di plastica, che saranno sostituiti dalle borse di tela. Ai piccoli negozi sono stati concessi due anni di tempo per adattarsi alla nuova legislazione, mentre le grandi aziende hanno sei mesi, nel frattempo sono autorizzati a distribuire al massimo due buste per ogni cliente, i trasgressori saranno sanzionati con una multa di 370 dollari.
Leggi anche: È pronta a salpare la prima rivoluzionaria macchina per pulire gli oceani dalla plastica
La legge rappresenterebbe un primo passo per iniziare la transizione verso un sistema economico e culturale più sostenibile, lasciandosi alle spalle la religione laica del Ventunesimo secolo, il consumismo. “Vogliamo passare dalla cultura dell’usa e getta, in cui tutto viene usato e buttato via, alla sana cultura del riciclo – ha affermato il presidente cileno Sebastián Piñera. – Ci sono 7,6 miliardi di persone al mondo: non possiamo continuare ad inquinare come se ognuno di noi possedesse la Terra”.
La nuova legge, proposta dall’ex presidente Michelle Bachelet, è stata celebrata lo scorso venerdì con un’iniziativa a Santiago del Cile, che ha visto lo stesso Sebastián Piñera distribuire ai passanti borse di tela sulla via pedonale Ahumada, nel centro della capitale. La legge è stata approvata solo il primo giugno, ma già è stata contestata dalla Plastics industry association, le cui obiezioni sono però state respinte dalla corte costituzionale.
Il Cile non è nuovo a iniziative volte al divieto dell’uso di sacchetti di plastica, nel 2014 infatti il governo presieduto da Michelle Bachelet li aveva banditi dalla Patagonia cilena e l’anno scorso ha esteso il divieto alle zone costiere. Nella nazione sudamericana il problema delle buste di plastica ha raggiunto livelli insostenibili, ne verrebbero utilizzate circa 3,2 miliardi ogni anno, circa 200 a persona, secondo il governo. “Per produrre un sacchetto di plastica occorrono pochi secondi, viene utilizzato per meno di mezz’ora, nel viaggio tra il supermercato e la casa, ma ci vogliono quattrocento anni affinché di biodegradi”, ha dichiarato Piñera. Il Cile, grazie ai suoi sedici milioni di chilometri quadrati di oceano, vanta quasi un quarto della popolazione ittica mondiale. Questo straordinario patrimonio naturalistico, fondamentale risorsa per molte popolazioni locali, va preservato e salvato da quel subdolo materiale realizzato con i resti di animali fossilizzati, cui abbiamo permesso di sommergerci.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dopo lo scandalo del bacio non consensuale, Rubiales si è finalmente dimesso dal ruolo di presidente della Federazione spagnola.
Il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è ricoverato nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove le sue condizioni di salute stanno peggiorando.
Il presidente Rubiales, per il bacio senza consenso dato alla calciatrice Hermoso, è stato deferito dalla Fifa e ora rischia un processo penale.
Dichiarati estinti dallo Iucn nel 1982, gli aborigeni della Tasmania rivendicano il loro diritto di riconoscimento. E lo ottengono.
La piattaforma digitale Cocooners offre servizi su misura per gli over 55 che vogliono mantenersi attivi, dai viaggi ai corsi per il tempo libero.
Con il veliero Trotamar III si allarga la flotta di navi civili di ricerca e soccorso di persone migranti nel Mediterraneo. “Navighiamo contro la fortezza Europa”.
La ristrutturazione della pista da bob per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 è un caso: in gioco c’è l’impatto sull’ambiente e milioni di fondi pubblici.
Michela Murgia è morta all’età di 51 anni. Scrittrice, autrice teatrale, critica letteraria, conduttrice, podcaster, politica. Intellettuale poliedrica e non incasellabile. Noi ve la raccontiamo così.
I 193 paesi membri Onu avevano promesso di azzerare la fame entro il 2030, ma non sarà così. Anche a causa della pandemia. Lo sostiene il report Sofi 2023.