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Il progetto GridMotion, patrocinato da Peugeot e Citroën, consentirà di rendere più conveniente la ricarica delle auto elettriche. Grazie alla strategia Vehicle-to-Grid, le vetture restituiranno energia alla rete. Tranne in Italia.
La propulsione elettrica è destinata a divenire il “motore” dei prossimi anni. Pilastro della mobilità sostenibile, sarà chiamata ad affinarsi così da ottimizzare la gestione delle risorse e ridurre i consumi. Come? Innanzitutto entrando nell’ottica d’idee che le auto a batteria non potranno solamente attingere dalla rete di ricarica, ma dovranno anche fungere da accumulatori pronti a rilasciare energia.
Da anni si parla di smart grid, vale a dire di reti di ricarica che cedano e ricevano energia dalle auto. Tesla, Nissan e Toyota da tempo sperimentano tecnologie che rendano i loro modelli bivalenti, sfruttando al 100 per cento il potenziale delle moderne celle al litio. Un obiettivo cui ora ambisce anche il Gruppo Psa – proprietario dei marchi Peugeot, Citroën e DS – cardine del progetto GridMotion, sviluppato in partnership con Direct Energie, Enel, Nuvve, Proxiserve e l’Università della Danimarca. La traduzione letterale dell’iniziativa, “rete in movimento”, rende l’idea dello scopo perseguito, vale a dire valutare il risparmio che potrebbero realizzare gli utenti delle auto elettriche adottando strategie di carica/scarica intelligenti.
GridMotion mira a valutare i benefici nell’utilizzo quotidiano della strategia Vehicle-to-Grid (V2G). Una soluzione al momento non possibile in Italia, dato che, allo stato attuale delle normative, le vetture a batteria nel nostro Paese possono solo prelevare energia dalla rete e non rilasciarla. Il flusso, pertanto, è unidirezionale anziché bidirezionale. L’iniziativa patrocinata da Psa mira a sensibilizzare il settore pubblico sperimentando per due anni, in Francia, una gestione “intelligente” delle ricariche, sfruttando quindi le fasce orarie che offrono i prezzi più bassi per attingere alla rete e restituendo l’energia in eccesso quando ve ne è maggiore richiesta. La ricerca potrà contare su due gruppi di veicoli. Il primo, composto da cinquanta esemplari di Peugeot iOn, Peugeot Partner Electric, Citroën C-Zero e Citroën Berlingo, avrà a disposizione un sistema unidirezionale in grado di ricaricare le batterie negli orari più convenienti, mentre il secondo, forte di una flotta di quindici Peugeot iOn e Citroën C-Zero, potrà fruire di una rete bidirezionale fornita da Enel.
Il gruppo di vetture destinato alla sperimentazione della strategia V2G tenterà di adattare la propria attività in funzione del bilanciamento della rete, vale a dire alternando brevi cariche, coincidenti con i surplus di produzione elettrica, a periodi di scarica, quando la richiesta energetica globale diviene eccessiva. Uno studio che potrebbe dimostrare come, con un utilizzo razionale delle auto a batteria, sia possibile contribuire alla stabilizzazione dell’intero sistema elettrico. Resta, in ogni caso, da sanare un paradosso: i terminali a carica bidirezionale vengono forniti da un’azienda italiana quale Enel, ma nel nostro Paese mancano le normative per attuare un piano Vehicle-to-Grid. Un po’ come produrre la pasta, ma soffrire la fame…
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