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Da Marrakech trapela che la prima settimana di negoziati della Cop 22 non ha prodotto grandi risultati. Sulla conferenza aleggia lo spettro-Trump.
Alla Cop 22, la ventiduesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, si è conclusa la prima settimana di negoziati. In attesa dell’arrivo dei capi di stato e di governo, previsto per domani, la prima fase di dialogo sull’applicazione dell’Accordo raggiunto a Parigi un anno fa è stata caratterizzata soprattutto dallo shock arrivato con l’elezione alla presidenza degli Usa di Donald Trump: un uomo che ha trattato a più riprese i cambiamenti climatici come una barzelletta e che ha dichiarato di voler affossare gli impegni assunti in Francia per la salvaguardia del Pianeta.
Fabius : Trump peut dénoncer l’accord climat… par libezap
A Marrakech la delegazione cinese – riferisce l’agenzia Afp – ha preferito mantenersi prudente, spiegando che “occorre attendere di vedere quali misure verranno prese dal nuovo governo degli Stati Uniti. L’Accordo di Parigi, in ogni caso, riflette la volontà comune di numerose nazioni”. “L’Arabia Saudita conferma i propri obiettivi nazionali in termini di limitazione delle emissioni di gas ad effetto serra”, ha dichiarato inoltre un negoziatore saudita. Mentre il portavoce dei piccoli stati insulari, il maldiviano Thoriq Ibrahim, si è detto convinto che “il presidente Trump arriverà alla conclusione che affrontare seriamente la questione climatica è nell’interesse degli Usa”.
Più esplicito il ministro dell’Ambiente della Francia, Ségolène Royal, secondo la quale l’elezione di Trump “crea preoccupazione”. Il presidente della Cop 21 Laurent Fabius, tuttavia, ha ricordato in un’intervista all’emittente France Inter che “un paese che ha ratificato l’Accordo di Parigi può tirarsi indietro solo dopo tre anni dall’entrata in vigore, e affinché tale decisione prenda effetto occorre aspettare un ulteriore anno”. Quando, cioè, il mandato di Trump sarà ormai terminato.
Resta il fatto, però, che se gli Usa non adotteranno politiche atte a limitare le emissioni di gas ad effetto serra sul proprio territorio, l’impegno delle altre nazioni potrebbe non bastare. Sabato scorso, il ministro marocchino degli Affari esteri, Salaheddine Mezouar, che presiede la Cop 22, ha dichiarato di aver apprezzato nella prima settimana di negoziati “lo spirito di cooperazione” stabilito nei gruppi di lavoro. Il ministro dell’Ambiente della nazione africana ha tuttavia ammesso che le discussioni, finora, non hanno permesso di fare passi avanti importanti né sulla questione dell’adattamento ai cambiamenti climatici, né sul nodo di finanziamenti. Una buona notizia è arrivata intanto dall’Australia, il cui governo ha fatto sapere che ratificherà l’Accordo di Parigi.
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