Stati Uniti, cosa sono le primarie e come funzionano
Le primarie americane sono iniziate. Cerchiamo di capire di cosa si tratta, perché sono così importanti e come funzionano, in dettaglio.
Le primarie americane sono l’arena politica dove i partiti democratico e repubblicano schierano i propri candidati per scegliere chi parteciperà alla corsa alla Casa Bianca. Frutto di una tradizione centenaria, le primarie hanno cambiato la propria struttura diverse volte negli anni, e continuano ad aggiornarsi ancora oggi. Gli oltre 50 stati si organizzano in maniera individuale e differente l’uno dall’altro, creando così un emozionante seppur complicato susseguirsi di eventi che porterà i candidati dalla stagione delle primarie alle convention estive, fino alle elezioni presidenziali di novembre che decideranno chi sarà presidente a partire da gennaio 2017.
Le primarie americane: le basi
I candidati alla presidenza vengono annunciati ufficialmente durante le convention democratiche e repubblicane che si tengono tra fine agosto e inizio settembre. Sono scelti dai delegati provenienti da ogni stato o territorio i quali devono tener conto delle preferenze espresse dagli elettori nelle primarie del loro stato di appartenenza. Ci sono due modi per scegliere i delegati – e quindi i candidati: i caucus e le primarie. Alcuni stati utilizzano soltanto uno dei due metodi, altri un mix.
Anche se l’ufficialità arriva solo in tarda estate, è molto probabile che la matematica sveli la loro identità molto prima, intorno al mese di giugno quando la maggior parte dei delegati è stata assegnata e un candidato potrebbe essersi aggiudicato un numero sufficiente per la vittoria. Ottenere buoni risultati fin da subito, significa preparare il terreno per successi futuri. Barack Obama nel 2008, ad esempio, ha vinto il caucus in Iowa e da quel momento non ha più perso il vantaggio sulla rivale Hillary Clinton pur partendo come outsider, non favorito.
Al contrario, il primo stato può decretare il ritiro dei candidati che hanno ricevuto solo una manciata di voti. È stato il caso del democratico Martin O’Malley e del repubblicano Mike Huckabee che hanno annunciato la sospensione delle proprie campagne dopo il caucus dell’Iowa – il primo evento della stagione delle primarie –tenutosi il primo febbraio. Se un candidato ottiene scarsi risultati alle prime battute rischia di perdere credibilità e veder compromesso il sostegno dei donatori. Per il partito, il fatto che continui la campagna è visto come una dispersione di voti.
46 sessioni, tra cui:
Michigan (148 D, 59 R)
Florida (246 D, 99 R
Illinois (182 D, 69 R)
Nord Carolina (121 D, 72 R)
Ohio (159 D, 66 R)
Washington (118 D)
New York (291 D, 95 R)
Maryland (118 D, 38 R)
Pennsylvania (210 D, 71 R)
2,703
1,350
7 giugno
6 stati, tra cui:
California (546 D, 172 R)
New Jersey (142 D, 51 R)
806
303
14 giugno
District of Columbia primarie democratiche
46
-
Glossario
Caucus
I caucuserano il metodo tradizionale per scegliere i candidati a livello statale, ma nel corso del tempo i partiti hanno adottato sempre di più il sistema delle primarie.
La parola caucus è un termine nativo americano e significa “riunirsi e fare rumore”. Di fatto, i caucus sono assemblee che si svolgono a diversi livelli della struttura piramidale di un partito, dalle divisioni più piccole e numerose, come i distretti, fino all’assemblea statale. In base allo stato, i caucus possono essere aperti o chiusi: tutti possono partecipare a quelli aperti, ma solo gli iscritti al partito possono prendere parte a quelli chiusi. Generalmente, la decisione finale viene poi presa alla convention.
I caucus sono spesso accusati di rappresentare soprattutto una parte dell’elettorato, quella più attiva politicamente. Partecipare alle assemblee che si protraggono per diverse ore richiede infatti particolare dedizione, pertanto solo i membri di partito più impegnati – e potenzialmente più radicali – arrivano a votare.
I governi di ogni stato organizzano le primarie. Queste, come le elezioni presidenziali, si svolgono attraverso il voto segreto dei cittadini. Le primarie si sono sviluppate a partire da una riforma dell’inizio del Ventesimo secolo che voleva dare più voce ai cittadini nella scelta dei candidati alla presidenza.
Ci sono diversi tipi di primarie. In quelle chiuse, un cittadino può esprimere il proprio voto solo nelle votazioni del partito a cui è iscritto. Nelle primarie aperte, invece, i cittadini possono esprimere la propria preferenza anche se non iscritti al partito, ma non possono partecipare alle sessioni di voto di entrambi i partiti. Nelle primarie semi-aperte qualsiasi cittadino può votare, ad eccezione dei membri del partito opposto. Infine nelle cosiddette “blanketprimaries” gli elettori possono partecipare alle elezioni dei candidati di entrambi i partiti.
Delegati
I delegati, che possono essere cittadini americani iscritti a qualsiasi partito, esprimono una preferenza per uno specifico candidato oppure rimangono non vincolati (uncommitted). In alcuni stati i delegati devono votare per il candidato scelto dagli elettori del proprio stato, mentre in altri non sono sottoposti a questo vincolo.
Gli stati assegnano i delegati ai candidati in modi diversi. In alcuni stati si usa la regola del winner-takes-all (Wta), chi vince prende tutto: il totale dei delegati di un partito sosterrà il candidato che riceve il maggior numero di voti in quel determinato stato. Altri, invece, usano la rappresentanza proporzionale (Pr): il numero di delegati è assegnato in proporzione a quanti voti riceve un candidato. Il Partito democratico adotta soprattutto il secondo metodo, mentre i repubblicani permettono a ogni stato di scegliere quale sistema utilizzare.
I democratici hanno anche i superdelegati, membri di alto livello di un partito che non sono associati a nessuno stato in particolare e che quindi possono votare secondo le proprie preferenze personali.
Quando il presidente George Washington sceglie di non ricandidarsi per il terzo mandato, i caucus del partito al Congresso scelgono John Adams e Thomas Jefferson come candidati.
1832
La scelta del candidato non è più fatta ai caucus tra partiti, ma alle convention nazionali, dando ai nominati più indipendenza dal Congresso.
1901-1906
Gli stati iniziano a sperimentare il sistema delle primarie che permetteva ai cittadini di eleggere i delegati direttamente.
1952
Il New Hampshire diventa lo stato dove comincia la stagione delle primarie.
1968
Dopo le elezioni del 1968, i risultati delle primarie e dei caucus diventano più vincolanti.
1972
L’Iowa diventa il primo stato a scegliere i propri candidati alla presidenza. I capi di partito statali anticipano le convention perché non trovano hotel disponibili. Di conseguenza, anche i caucus si svolgono in anticipo rispetto alle primarie del New Hampshire. I caucus in Iowa diventano il primo evento della stagione delle primarie, per legge – in opposizione a quella del New Hampshire che prevedeva che le proprie dovessero essere le prime consultazioni.
1988
21 stati tengono le proprie sessioni di voto nello stesso giorno, è il Super Tuesday (super martedì). Il numero di stati varia da elezione a elezione, ma questo rimane il giorno in cui la maggior parte dei delegati viene assegnata. Di solito è il secondo martedì di marzo.
2008
Entrambi i partiti concordano in modo informale che Iowa, New Hampshire e Carolina del Sud iniziano le primarie a febbraio, seguiti da tutti gli altri stati da marzo a giugno. Questo per cercare di contrastare il fenomeno del frontloading, cioèquando alcuni stati cercano di anticipare le primarie rispetto ai primi quattro stati. I partiti puniscono questo fenomeno obbligando chi lo applica a rinunciare ad alcuni dei suoi delegati.
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