
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
Vi ricordate le inchieste di WikiLeaks, di Julian Assange? Da circa tre mesi è online sul web WildLeaks, un sito nato sulla falsa riga del primo, che si occupa solo di condurre indagini su crimini contro la fauna. In questo brevissimo spazio di tempo, WildLeaks è diventato il sito più cliccato al mondo sull’argomento e
Vi ricordate le inchieste di WikiLeaks, di Julian Assange? Da circa tre mesi è online sul web WildLeaks, un sito nato sulla falsa riga del primo, che si occupa solo di condurre indagini su crimini contro la fauna. In questo brevissimo spazio di tempo, WildLeaks è diventato il sito più cliccato al mondo sull’argomento e ha già smascherato il gruppo terroristico di al-Shabaab, in Somalia, che ha generato fondi attraverso l’avorio di contrabbando.
Il sito, che utilizza la tecnologia Tor per garantire l’anonimato alle proprie fonti, è stato fondato da Andrea Crosta, un consulente per la sicurezza che ha lavorato in Africa orientale. Il suo obiettivo è quello di rivelare i reati contro la fauna e l’ambiente: la criminalità organizzata trae ogni anno dai 10 ai 20 miliardi di dollari di profitto dal commercio di animali selvatici.
Le “soffiate” arrivate finora al gruppo che sta lavorando con Crosta sono 24; le più importanti riguardano, oltre al traffico di avorio in Africa e a Hong Kong, anche le uccisioni delle tigri di Sumatra, di cui sono rimasti solo 400 esemplari allo stato brado, la caccia illegale al leone e al leopardo in Africa, il traffico di scimpanzé in Liberia, la pesca illegale in Alaska in cui sarebbe coinvolta la mafia, il disboscamento illegale in Messico, Malawi e Siberia.
Le segnalazioni che arrivano a WildLeaks, prima di dar luogo a indagini vere e proprie (quella su al-Shabaab ha richiesto 18 mesi di lavoro) vengono sottoposte a un gruppo di esperti che decide poi se iniziare un’inchiesta e coivolgere enti, associazioni e partner certificati.
Crosta, che ora è direttore esecutivo della Elephant Action League, afferma che l’alto numero di segnalazioni sulla corruzione dilagante dimostrano che gli informatori spesso temono di mettere le proprie vite in pericolo nel contattare le forze dell’ordine locali. Nelle intenzioni del suo ideatore, WildLeaks dovrebbe rivelarsi un aiuto proprio per i tutori della legge, che dovrebbero tradurre in arresti e condanne concrete le varie inchieste del sito.
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