Il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato una legge che priva l’azienda Walt Disney company del controllo su un distretto speciale che comprende i celebri parchi giochi e che durava da 55 anni.
La società potrebbe trovarsi ad affrontare un maggior numero di regolamenti e di controlli da parte del governo locale sulla protezione dell’ambiente, i diritti del lavoro e gli standard di salute e sicurezza.
DeSantis è da tempo in lotta con la Disney perché l’azienda si è opposta a una proposta di legge che consentirebbe ai genitori di escludere i propri figli dall’apprendimento delle tematiche Lgbtqia+ a scuola.
Disney versus DeSantis, ma non si tratta del titolo di un nuovo cartone animato. L’azienda di intrattenimento fra le più famose al mondo è al centro di uno scontro con il governatore della Florida Ron DeSantis. Il politico repubblicano, in carica dal 2019, ha di recente firmato una legge da lui stesso proposta che limita i diritti della Disney nei suoi parchi a tema presenti nei pressi della città di Orlando. Per più di cinque decenni, la Disney è stata in grado di autogovernare il suo territorio di oltre 10mila ettari che attira verso la Florida turisti da tutto il mondo, ma alcune scelte recenti dell’azienda fondata da Walt Disney nel 1923 non sono state gradite da DeSantis. E non si tratta dell’unico fronte su cui il governatore e l’azienda di Topolino sono in lotta.
Le libertà concesse ai parchi Disney
Dal 1967, Disney opera nell’ambito di un proprio distretto autogestito chiamato Reedy creek improvement district, che ha concesso all’azienda benefici ed esenzioni fiscali, nonché autonomia sui suoi terreni e sulle operazioni commericali e di ampliamento in Florida. Nonostante gli alti introiti che continua a portare nello Stato con capitale Tallahassee, DeSantis ha da tempo messo in scena una sfida personale con la Disney. Per questo di recente ha firmato una legge che pone fine al distretto speciale e conferisce al suo governo un maggiore controllo sulle attività della Disney, sostenendo che è giunto il momento di porre fine ai privilegi aziendali concessi fino ad oggi.
I signed legislation to end Disney’s self-governing status, placed the area in state receivership, and appointed 5 members to a state control board.
Disney no longer has its own government, will live under the same laws as everyone else and pay its debts and fair share of taxes. pic.twitter.com/5JnZmEjSdv
Con la nuova legge, De Santis ottiene il controllo del consiglio che supervisiona lo sviluppo di Walt Disney world, una mossa che limita l’autonomia di Disney che è anche il più grande datore di lavoro privato della Florida. Non si è trattato di una vittoria totale per DeSantis, dato che inizialmente il governatore voleva eliminare altri privilegi della Disney revocando la designazione della zona del parco come distretto fiscale speciale. La Disney ha espresso disappunto e frustrazione per la mossa di DeSantis, affermando che si tratta di un attacco politico alla sua attività e ai suoi valori e che contesterà il decreto in tribunale.
DeSantis contro la cultura woke
La lotta personale contro Disney è un argomento che appassiona DeSantis sin dalla sua nomina come governatore. Il politico amico di Donald Trump, di cui viene indicato come possibile successore alla guida del partito repubblicano statunitense, è un nemico di quella che viene definita cultura “woke”. Con questo termine traducibile come “sveglio” o “illuminato” in modo sarcastico secondo i detrattori, si intende l’ideologia nata negli Stati Uniti che promuove il politicamente corretto e il rispetto dei diritti Lgbtqia+. DeSantis è entrato in contrasto con la Disney per alcune pratiche che ha considerato “woke”, come l’opposizione alla sua proposta di legge sull’istruzione che consentirebbe ai genitori di escludere i propri figli dall’apprendimento di argomenti Lgbtqia+, l’obbligo imposto dall’azienda Disney di indossare mascherine nei parchi durante la pandemia e la censura di alcuni contenuti in Cina mentre promuove la diversità e l’inclusione negli Stati Uniti.
Il nuovo consiglio politico del distretto dei parchi non avrà il potere di decidere quali contenuti la Disney offre ai propri clienti oppure quale materiale fornisce ai dipendenti. Eppure, De Santis ha presentato la legge come una vittoria personale: “non permetterò che una società ‘woke’ gestisca il nostro Stato”, ha dichiarato il governatore. “La Disney ha avuto accordi speciali con lo Stato della Florida per troppo tempo”. Anche se la mossa è stata celebrata dai media conservatori, molti cittadini della Florida e osservatori politici, fra cui rivali l’ex vicepresidente repubblicano Mike Pence, sono stati critici con DeSantis, accusandolo di imporre limiti e restrizioni a una delle aziende maggiormente remunerative degli Stati Uniti solo per decisione personale. Dato che si prevede che DeSantis parteciperà alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024 ed è considerato il candidato repubblicano di punta, la disputa con Disney rischia di aggravarsi. Durante un incontro con gli azionisti, l’amministratore delegato della Disney Bob Iger ha preso di mira il politico, definendo le sue azioni “anti-business” e “anti-Florida” e sostenendo che l’azienda ha “diritto alla libertà di parola proprio come i singoli individui”.
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