
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Sono due i settori più promettenti per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro: le biomasse e il solare.
Il settore delle energie rinnovabili dà oggi lavoro a 7,7 milioni di persone in tutto il mondo, e sono aumentate del 18% rispetto all’anno scorso.
Negli Stati Uniti sono 174.000. In America addirittura il comparto dell’energia sta perdendo posti di lavoro, tranne che nella generazione di energie rinnovabili.
Dai dati Irena – International Renewable Energy Agency – è perfino possibile capire quali sono, mediamente, le energie rinnovabili più promettenti in termini di creazione di posti di lavoro.
Che in generale le fonti rinnovabili siano più promettenti, in termini di occupazione, era intuibile: le nuove tecnologie, i sistemi di produzione, i vettori energetici come l’idrogeno sono settori in fermento, sia industrialmente che finanziariamente. Lo UK Energy Research Centre ritiene che una spinta in direzione di fonti rinnovabili ed efficienza energetica aumenta i posti di lavoro in misura 10 volte superiore a un analogo investimento nel settore termoelettrico.
Ora però è possibile essere più precisi. Per chi è in cerca di fortuna, sono due i settori più promettenti: le biomasse e il solare.
Le biomasse stanno creando molti posti di lavoro, sia in termini di progettazione e costruzione di impianti, sia in termini operativi, e questo è vero in molti Paesi occidentali, dal Canada – come conferma Penelope Comette, direttore del Pembina Institute -, sia in Italia, grazie al lavoro svolto dal Governo e in particolare dai ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Politiche agricole, per il decreto Fer che, secondo molti operatori, contribuisce alla salvaguardia di un settore industriale che svolge un ruolo importante, sia per la filiera agricola italiana sia per la tutela ambientale. In più, gli incentivi spingono gli impianti di piccola taglia, che pare essere una forma imprenditoriale più consona alla forma del mercato del lavoro italiano.
A livello globale, il solare genera in media 37,3 posti di lavoro/megawatt, seguito strettamente dal biogas con 31 posti di lavoro/megawatt. Detto in un altro modo, 150 megawatt di energia solare rappresentano 310 milioni di dollari di investment, 1.875 posti di lavoro diretti full-time nelle costruzioni e 45 permanenti per le operazioni.
Secondo un recentissimo rapporto di NextGen Climate America, gli investimenti in efficienza, fonti rinnovabili, generazione di energia pulita e fuel switching — cioè tutte le iniziative imprenditoriali volte a commutare il consumo di fonti fossili in energie pulite — creerebbe un milione di nuovi posti di lavoro entro il 2030 e altri due milioni entro il 2050, nel contempo aumentando il Pil mondiale di 290 miliardi di dollari. Avendo, come effetto collaterale, una riduzione delle emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990.
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