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Emanuele Taibi. Per le isole, le rinnovabili sono la soluzione
Emanuele Taibi, analista per le rinnovabili, spiega perché sono le isole a dover promuovere un modello di sviluppo sostenibile basato sulle energie pulite.
L’Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, è un’organizzazione intergovernativa che dà assistenza ai paesi che stanno effettuando la transizione verso un futuro sostenibile. Emanuele Taibi, analista della transizione energetica nelle isole presso Irena, fa il punto sull’adozione di energia rinnovabile da parte delle isole di tutto il mondo, dai quadri normativi alle tecnologie stesse. Taibi è uno dei membri della giuria dei Greening the islands awards, i premi messi in palio dalla conferenza internazionale Greening the islands.
Lei ha una panoramica globale su ciò che sta accadendo nelle isole di tutto il mondo riguardo allo sviluppo delle rinnovabili. Qual è la situazione attuale?
La transizione energetica è una priorità nelle isole di tutto il mondo, come illustrano i risultati di Quickscan, uno strumento sviluppato da Irena per 20 piccoli stati isola in via di sviluppo (Sids). Gli elementi chiave sono: riduzione dei costi e instabilità dei prezzi, riduzione dell’impatto dei combustibili fossili a livello locale, impegno nella lotta contro i cambiamenti climatici che hanno un impatto più devastante sulle isole, anche se queste ne sono le meno responsabili.
Quali sono le prospettive del solare e dell’eolico?
La brusca riduzione dei prezzi del solare e dell’eolico negli ultimi dieci anni ha portato alla grid parity in molti settori. Tuttavia, le isole sono state le prime in cui le rinnovabili hanno raggiunto la grid parity. A prescindere dall’attuale prezzo del petrolio, il solare e l’eolico rimangono molto competitivi nelle isole. Qui la priorità è integrare l’energia solare ed eolica nei sistemi energetici isolati, nel modo più efficiente possibile, e non soffermarsi a discutere se questa proposta sia proficua o meno. Le questioni economiche e ambientali ora sono chiuse, è ora di promuovere l’uso delle rinnovabili.
Sembra confortante. Quindi quali fattori entrano in gioco nella promozione delle fonti rinnovabili nelle isole rispetto ad altri posti?
Le sfide principali nell’incremento dell’uso di fonti rinnovabili nelle isole sono legate alla piccola estensione e all’isolamento di queste ultime: se da un lato le loro caratteristiche geografiche rendono il rifornimento energetico da combustibili fossili più costoso e aumentano la competitività delle rinnovabili, i progetti su piccola scala rendono le rinnovabili meno allettanti agli occhi degli investitori. D’altro canto, un buon motivo per presentare tecnologie innovative consente ai grandi produttori e sviluppatori di progetti di dedicarsi alle isole. Per esempio, l’ultimo progetto di SolarCity e Tesla nelle Samoa americane ha ottenuto grande attenzione mediatica, anche se era relativamente piccolo in confronto ad altri impianti fotovoltaici installati nel continente. Questo perché permette di notare la trasformazione di un sistema alimentato al 100 per cento da diesel a uno alimentato al 100 per cento da pannelli solari in un unico progetto, e di dimostrare che questo sistema è fattibile economicamente ma anche tecnicamente con tecnologie in serie.
Da un punto di vista delle politiche da adottare, quali esempi dovrebbero seguire le isole per accelerare la diffusione delle rinnovabili?
Per quanto riguarda le politiche da attuare distinguerei le isole in due gruppi. Gli stati isola, e in particolar modo i piccoli stati isola in via di sviluppo, hanno un ruolo fondamentale nel’assunzione della leadership politica. Irena sta lavorando con molti partner per aiutare, tramite la Sids Lighthouses Initiative, i piccoli stati isola in via di sviluppo a effettuare la transizione verso un futuro alimentato da energia rinnovabile. Tuttavia, il quadro istituzionale ha risorse e capacità limitate per realizzare e implementare politiche e quadri regolatori che favoriscono di accelerare la diffusione di energia rinnovabile. Mentre le isole che fanno parte di grandi stati possono ereditare e trarre vantaggio da quadri istituzionali solidi e risorse finanziarie che sostengono progetti volti a una rapida diffusione dell’energia rinnovabile, come mostrano gli esempi delle Hawaii (Stati Uniti), delle Canarie (Spagna), della Polinesia francese, della Martinica e della Guadalupa (Francia) e di Tokelau (Nuova Zelanda).
Le vengono in mente dei progetti creati nelle isole per la promozione dell’energia rinnovabile?
Ce ne sono molti in tutto il mondo e alcuni di essi sono raccolti nella terza edizione di A path to prosperity: renewable energy for islands, pubblicato da Irena. I progetti sono il frutto di una forte volontà politica e di un quadro politico e normativo aggiornato che riflette il cambiamento paradigmatico portato dalle rinnovabili. Un’attenzione particolare nella creazione di investimenti a basso rischio nelle rinnovabili fa parte di un quadro migliorato. Questo approccio rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato, quando gli investimenti nelle infrastrutture energetiche erano limitati, mentre i costi operativi – ossia dei derivati del petrolio importati – superavano di gran lunga i costi dell’energia. Questo ebbe un impatto significativo sull’economia delle isole, dove la maggior parte delle volte una quota a due cifre del Pil fu spesa per le importazioni di combustibili fossili, il che espose la crescita economica nazionale all’instabilità dei prezzi. L’energia rinnovabile offre l’opportunità di stabilizzare e ridurre il costo dell’energia tramite investimenti e infrastrutture. Questo è un cambiamento significativo nel modello commerciale, che abbraccia un modello in cui il quadro politico per gli investimenti è cruciale per passare a un sistema basato sull’energia rinnovabile.
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