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La Commissione per i trasporti e il turismo dell’Europarlamento chiede agli stati di adottare piani di mobilità urbana sostenibile entro la fine del 2025.
Tutti siamo d’accordo che spostare il trasporto da gomma a rotaia, soprattutto per quanto riguarda le merci, sia un passo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi climatici, soprattutto se stiamo parlando di mobilità sostenibile. Eppure, ancora oggi sono diverse le difficoltà e le perdite di tempo quando un treno carico di beni oltrepassa un confine tra uno stato e l’altro, soprattutto per questioni di intermodalità.
Per traffico intermodale si intende la combinazione di diverse modalità di trasporto: via strada, ferrovia, acqua e aria. Si usano unità standardizzate per trasportare merci, i container, ma non tutte le reti sono uguali e cambiano a seconda delle aree di transito. Questo è un ostacolo che il Parlamento europeo intende superare, uniformando il più possibile, appunto, gli standard di trasporto.
Uno di questi “standard” riguarda la necessità di elettrificare tutte le reti di trasporto ferroviario entro il 2030. Stiamo parlando di reti su ferrovia transnazionali: in Europa esiste la rete denominata Trans-european transport network (Ten-t), che include 11 assi ferroviari, 9 orizzontali e 2 verticali (di questi ultimi fa parte anche l’asse Scandinavia-Mediterraneo).
Non solo ferrovie: Ten-t è il piano europeo che oltre alle rotaie progetta la costruzione di strade e rotte marittime. Gli attuali progetti spaziano dalla Rail Baltica, che collega Helsinki e Varsavia, al tunnel di base del Brennero, che collega Austria e Italia, o alla linea ferroviaria ad alta velocità Lisbona-Madrid.
La novità è che la Commissione trasporti e turismo dell’Europarlamento (Tran) chiede agli Stati membri di adottare piani di mobilità urbana sostenibile entro la fine del 2025 per integrare diverse modalità di trasporto, inserendo tra queste anche la bicicletta o la mobilità attiva, attività che ridurrebbero la congestione, migliorando la sicurezza stradale.
Dunque, entro la fine del 2025 i governi dei paesi Ue dovranno aggiornare i loro piani per la mobilità urbana sostenibile per tenere conto delle nuove modalità di trasporto, come le piste ciclabili. Questa dovrebbe diventare una delle condizioni per ottenere i fondi europei destinati alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali nel settore dei trasporti, delle Ten-t insomma. Approvato il testo in plenaria, ora gli europarlamentari dovranno negoziare con il Consiglio europeo.
Inoltre, nel documento la Commissione ribadisce la necessità di completare entro il 2030 le principali opere indicate nei Ten-t ed entro il 2050 le reti nel loro complesso eliminando colli di bottiglia e realizzando le necessarie opere di raccordo. Al fine di accelerare il completamento delle opere, gli europarlamentari sostengono l’introduzione di una scadenza intermedia per il 2040.
La correlatrice Barbara Thaler del Partito popolare (Ppe) ha affermato: “I treni, soprattutto quelli merci, sono costretti a fermarsi alle frontiere, a volte per ore, per adattarsi alle esigenze dei diversi Stati membri. Per questo motivo è particolarmente importante garantire che l’attraversamento delle frontiere ferroviarie non duri più di 15 minuti e che vi siano bande orarie per i treni merci assegnate attraverso le frontiere. È ambizioso, ma necessario se vogliamo riuscire a spostare il traffico dalla gomma alla rotaia”.
Oltre a perseguire gli importanti obiettivi climatici facilitando lo spostamento di merci su rotaia, l’unificazione degli standard incrementerebbe anche la concorrenzialità delle merci europee sul mercato globale.
Paradossalmente, tra le merci di cui si è discusso durante i lavori della Commissione trovano spazio anche le armi. Infatti, a seguito della guerra della Russia contro l’Ucraina, la commissione per i trasporti ha parlato di “garanzie” per la mobilità militare, intesa come lo spostamento di armi e soldati.
Inoltre, si è sostenuto il taglio dei progetti di infrastrutture di trasporto che collegano l’Europa con Russia e Bielorussia, puntando invece a rafforzare il partenariato con Ucraina e Moldavia. I deputati hanno anche chiesto che i governi dell’Unione europea escludano le imprese di paesi extra-europei dalla partecipazione ai grandi progetti Ten-t, se ritenuti un rischio per la sicurezza. Un chiaro messaggio rivolto alle imprese russe.
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