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Fino al 18 settembre si tiene a Bari la fiera del Levante. Dalla più importante campionaria del Mezzogiorno, caratterizzata da una pluralità di allestimenti sostenibili, un messaggio di speranza per il futuro di tutta la regione euromediterranea.
Non smettere di stupire e di meravigliare consapevoli che, per orientare la bussola verso un futuro sostenibile, occorre saldare tradizione e innovazione, per continuare a donare “infinite emozioni”. Con questo messaggio si è aperta il 10 settembre la 80esima edizione della fiera del Levante di Bari, alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi che firmato il Patto per la Puglia insieme al governatore della Regione Michele Emiliano.
Il prossimo anno la fiera del Levante godrà di un profondo restyling per volere dei nuovi proprietari (la società BolognaFiere) per diventare sempre più un punto di riferimento per le imprese meridionali e di tutta l’area euromediterranea che vogliono investire nell’internazionalizzazione dei mercati. L’urgenza, in un contesto geopolitico fortemente complesso e delicato, è favorire l’incontro e non lo scontro. Per essere ponti e non muri, nella consapevolezza che la diversità è sempre un valore aggiunto – sin dalla prima edizione della fiera del 1930.
Questo pomeriggio ho fatto una passeggiata visitando i padiglioni dell’ottantesima edizione della @FieraDelLevante pic.twitter.com/VauGPyWj7S
— Michele Emiliano (@micheleemiliano) 14 settembre 2016
Il quartiere fieristico si estende su un’area di circa 280mila metri quadrati dove, nel corso dell’anno, sono ospitate una trentina di manifestazioni. Sebbene, con una media di oltre 230mila visitatori, l’appuntamento di settembre rappresenti il suo fiore all’occhiello. Una fiera importante che ogni anno si trasforma in una “cittadella dei saperi mediterranei” nella quale non mancano convegni e seminari sui principali temi d’attualità – dall’economia alla politica, dalla cultura all’innovazione – e ai quali partecipano esponenti delle istituzioni, responsabili delle organizzazioni di categoria, ma anche giornalisti, scrittori e imprenditori. La fiera barese, oltre che sui processi di internazionalizzazione destinati a rilanciare e a qualificare i mercati dell’agricoltura, del turismo, dell’innovazione tecnologica, quest’anno promuove sia la filiera del design e dell’arredamento che dell’enogastronomia e della botanica.
Perdersi tra le decine di padiglioni dovrebbe, secondo gli auspici degli organizzatori, rinforzare lo spirito identitario appartenente a un territorio che sta scommettendo sui propri talenti, per emergere. Ma anche stimolare un’imprenditorialità giovane dalla vocazione sociale o ambientale. Un programma ampio e denso, quello di quest’anno, dal quale emerge la novità dei giardini del Levante: un’esposizione diffusa collocata in diversi spazi del quartiere fieristico che parte dalla “rambla” fino a stringersi in prossimità della fontana monumentale. Lungo questo percorso, i vivaisti hanno interpretato il proprio concetto di Mediterraneo, nel tentativo di omaggiare la pace e il principio della “convivialità delle differenze”.
A pochi passi da quest’area centrale, nel padiglione 18, è ospitata la nuova edizione del salone dell’agricoltura e dello sviluppo rurale (Agrimed). Il suo obiettivo è far conoscere tutte le opportunità che offre il settore agricolo pugliese. Un’occasione importante per scoprire le meraviglie di un settore che ha retto meglio di altri alla crisi economica degli ultimi anni e che ha visto il ritorno alla terra di molti giovani anche laureati e motivati. Inoltre è la possibilità di scoprire l’universo di sapori e bontà enogastronomiche che hanno permesso alla Puglia – grazie anche a paesaggi dall’estetica unica – a diventare la regione più bella del mondo del 2015, secondo il National Geographic.
Il cibo, anche con un pensiero solidale rivolto alle comunità devastate recentemente dal terremoto del centro Italia, è protagonista dello stand dedicato al biologico nel quale non solo è consentito assaggiare i prodotti tipici pugliesi, ma anche assistere a divertenti e curiosi spettacoli di show cooking.
Nella volontà di coniugare i verbi della qualità e sostenibilità sia sociale che ambientale. Per un’Italia trainata da un Mezzogiorno che non si arrende – che vuole continuare a donare “infinite emozioni”.
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