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Richiesta ufficiale di forniture militari del governo Usa: sviluppare proiettili biodegradabili che contengano semi di piante e fiori.
Si sono diffuse un po’ ovunque, come gadget durante le conferenze stampa per esempio, le matite Sprout, che nel legno contengono dei semini, per cui quando diventano mozziconi le metti in una zolla di terra e nascono piantine aromatiche. Esiste perfino una carta da giornale (la stanno usando in Giappone) che invece di gettarla, la si sotterra e fertilizza i semini contenuti.
È proprio vero che le idee si spargono come semi al vento e si diffondono. Qui però hanno attecchito nell’ultimo dei posti che si potevano pensare fertili. Il Pentagono.
Come ben sapete, i proiettili sono fatti per uccidere la gente. In più, i loro composti metallici — dal piombo all’uranio impoverito — tendono a percolare nell’ambiente e sterminare anche, per inquinamento, le piante e gli animali selvatici nell’ambiente in cui vengono sparati, boschi, foreste, aree palustri, deserti, pozze d’acqua.
L’Esercito americano, nei campi d’addestramento in tutto il mondo, spara vere munizioni anche per le esercitazioni e per la formazione degli eserciti di nazioni amiche. Tutti questi miliardi di proiettili sparsi in natura la danneggiano.
Così, alcuni ufficiali hanno proposto di progettare munizioni biodegradabili. Uno dei materiali ipotizzati è il Pla, acido polilattico.
E non solo. Se i cilindri potessero contenere semi, ancora meglio se di essenze locali, potrebbero “far crescere piante ecologicamente benefiche capaci di eliminare detriti e contaminanti”.
L’idea sembra paradossale — non solo potrebbero germogliare nuove piante, cosa di per sé buona, ma per di più potrebbero essere specie vegetali dalle spiccate doti naturali di filtraggio, di depurazione, che aiuterebbero a risucchiare sostanze chimiche pericolose dal loro ambiente circostante. La funzione depurativa quasi miracolosa di molti tipi di piante è nota, ed è già sfruttata, sia nelle case che nelle piscine che nei dintorni di stabilimenti industriali.
Progetto un po’ visionario, ma, secondo la richiesta ufficiale Sbir-Sttr, questo tipo di guscio di proiettile è già stato testato.
L’iniziativa è nell’ambito della Small Business Technology Transfer (STTR) americana, programma federale di finanziamento di ricerche nel campo pubblico-privato. In pratica, il governo finanzia le ricerche e gli impianti necessari per passare dai ritrovamenti scientifici alla commercializzazione delle innovazioni. In questo caso, dei proiettili biodegradabili con dentro semi di piante.
È perfino indicata una bibliografia scientifica:
Satyanarayana, Kestur G., Gregorio GC Arizaga, and Fernando Wypych. “Biodegradable composites based on lignocellulosic fibers”An overview.” Progress in polymer science 34, no. 9 (2009): 982-1021.4
Sahari, J., and S. M. Sapuan. “Natural fibre reinforced biodegradable polymer composites.” Rev. Adv. Mater. Sci 30, no. 2 (2011): 166-174
Reddy, Narendra. “A review on completely biodegradable composites developed using soy-based matrices.” Journal of Reinforced Plastics and Composites 34, no. 18 (2015): 1457-1475
Ochi, Shinji. “Tensile Properties of Bamboo Fiber Reinforced Biodegradable Plastics.” International Journal of Composite Materials, Vol. 2 No. 1, 2012, pp. 1-4. doi: 10.5923/j.cmaterials.20120201.01
Biodegradable Composites “ Research Gate https://www.researchgate.net/topic/biodegradable_composites
Mathew, Aji P., Kristiina Oksman, and Mohini Sain. “Mechanical properties of biodegradable composites from poly lactic acid (PLA) and microcrystalline cellulose (MCC).” Journal of applied polymer science 97, no. 5 (2005): 2014-2025
Potremmo concludere con un’esortazione, rivolta ad alcuni dei generali che molto probabilmente faranno carriera nell’attuale amministrazione Trump. Ti piace far la guerra? Piantala.
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