È arrivato il decreto su quanto e quando possiamo accendere i riscaldamenti

Il ministro Cingolani ha firmato il decreto riscaldamenti: quest’inverno impianti accesi per 15 giorni in meno, con limite a 19 gradi.

L’inverno sta arrivando. E così ieri, 6 ottobre, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ha firmato il decreto sui riscaldamenti che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale.

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani punta su carbone e meno termosifoni ©Stefano Guidi/GettyImages

Proprio come previsto dal piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, pubblicato esattamente un mese fa, secondo il decreto riscaldamenti quest’anno il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento nella stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni: i riscaldamenti entreranno in funzione 8 giorni dopo la consueta data di inizio e si spegneranno 7 giorni prima.

Le misure nel dettaglio 

Non c’è una data uguale per tutti nel decreto riscaldamenti: come al solito l’accensione varia in base alla fasce climatiche in cui è suddivisa l’Italia da nord a sud, secondo questa tabella.

  • Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
  • Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
  • Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
  • Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
  • Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
  • Zona F: nessuna limitazione.

Naturalmente, nel decreto riscaldamenti sono previste delle eccezioni: in presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, i singoli Comuni potranno autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.

La mappa dell'Italia per zone di riscaldamento
La mappa dell’Italia per zone di riscaldamento ©Arera

Inoltre, i valori di temperatura dell’aria sono ridotti di un grado centigrado. Al fine di agevolare l’applicazione delle nuove disposizioni, Enea ha pubblicato un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.

Per risparmiare, spiega poi Nicolandrea Calabrese, responsabile del laboratorio di efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano,  esistono sia misure a costo zero, vale a dire comportamenti quotidiani che permettono di risparmiare fino al 10 per cento in bolletta (ad esempio, staccare le prese degli apparecchi e i monitor pubblicitari durante le ore di chiusura degli uffici e dei negozi), sia misure che prevedono un investimento iniziale (ad esempio, i consumi di energia per illuminazione possono essere più che dimezzati grazie all’installazione di lampade a led a basso consumo con rilevatori di presenza integrati). “E fra le mosse più efficaci per tagliare consumi e spese c’è sicuramente l’installazione di sistemi di controllo intelligente, che permettono un risparmio tra il 7 e il 20 per cento per riscaldamento invernale e tra il 2 e il 4 per cento per il raffrescamento estivo”.

Le riduzioni contenute nel decreto riscaldamenti si applicano agli edifici pubblici e privati, con delle esenzioni ben precise: in particolare sono esclusi gli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili. Non sono contemplati dal decreto anche gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria.

Bravo e fortunato, infine, chi si è già dotato di impianti rinnovabili: gli edifici alimentati prevalentemente a energia pulita infatti non dovranno osservare i limiti imposti dal decreto del Mite.

Il piano di risparmio italiano ed europeo

Le nuove misure, contenute come detto nel Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas del 6 settembre scorso, si sono rese necessarie, ricorda il ministero della Transizione ecologica nel decreto, per rafforzare la sicurezza del sistema energetico nazionale alla luce dei rischi di approvvigionamento di gas naturale, dopo i tagli dei flussi provenienti dalla Russia, e per adempiere alle previsioni dell’Unione europea, secondo i quali l’Italia deve ridurre i consumi di gas di 8,2 miliardi di metri cubi.

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