Perché c’è una foresta storta in Polonia

In Polonia c’è una foresta storta cresciuta così nel corso dei decenni. Ma solo in apparenza il fenomeno è naturale. Le ipotesi sui motivi reali per cui i tronchi sono curvi sono molte.

È stata soprannominata “foresta storta”, crooked forest, e si trova in Polonia, poco fuori il paese di Nowe Czarnowo. È un bosco di un centinaio di alberi, perlopiù pini, piantati negli anni Trenta del Novecento. La loro caratteristica è proprio quella di essere cresciuti tutti con il tronco curvo con la concavità rivolta verso Nord “come in una sorta di inchino”.

Le piante si inchinano verso Nord

Le ipotesi sui motivi per cui questi alberi sono cresciuti così sono tante e nessuna è ufficiale: “Dalle anomalie gravitazionali alle variazioni del clima. Alcune ipotesi sono anche molto fantasiose, come quella di qualcuno che, volendo evitare che ci si perdesse, avrebbe appositamente incurvato le piante nella direzione che indica il Nord”, racconta Carlo Migliore del sito di meteorologia 3Bmeteo.com.

crooked foresta ovvero foresta storta in polonia
È stata soprannominata foresta storta, crooked forest, e si trova in Polonia, poco fuori il paese di Nowe Czarnowo. È un bosco di un centinaio di alberi, perlopiù pini, piantati negli anni Trenta del Novecento.

La foresta storta per la Seconda guerra mondiale?

La più affascinante, per Migliore, “chiama in causa la battaglia finale della Seconda guerra mondiale, quando nel 1945 un’unità di carri armati sovietici diretti verso Berlino, avrebbe attraversato la foresta e schiacciato al suolo queste giovanissime conifere che tuttavia non sarebbero morte e successivamente avrebbero ripreso a crescere raddrizzandosi gradualmente”.

La foresta storta, però, potrebbe essere stata creata dall’uomo volutamente. I contadini avrebbero voluto curvare i tronchi affinché crescessero della forma adatta per poi fornire legni per la costruzione di barche e mobili. Un’invenzione e una tradizione interrotte, questa volta sì, per lo scoppio del secondo conflitto mondiale che avrebbe impedito ai contadini “di finire il lavoro, lasciandoci questa peculiare foresta che vediamo e viviamo ancora oggi”.

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