Francia, un terzo della popolazione riceve acqua contaminata

Il 34 per cento dell’acqua potabile distribuita in Francia è contaminata da un metabolita “figlio” del pesticida chlorothalonil prodotto da Syngenta.

“Siamo di fronte ad una catastrofe di proporzioni mai viste per i produttori di acqua potabile, il cui costo potrebbe raggiungere i miliardi di euro e una cui parte potrebbe risultare ormai ingestibile”. Comincia con queste parole un articolo del quotidiano Le Monde che riporta i risultati contenuti in un rapporto sulla qualità dell’acqua distribuita su tutto il territorio francese pubblicato dall’Anses, l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro. Il documento è in effetti drammatico: l’acqua che scorre dai rubinetti in Francia è in buona parte contaminata da metaboliti del chlorothalonil: un pesticida commercializzato dalla società Syngenta e utilizzato dal 1970 al 2019. Anno in cui è stato vietato dall’Unione Europea.

Impossibile depurare l’acqua con i sistemi di trattamento tradizionali

Secondo l’Anses, oltre un terzo dell’acqua distribuita in Francia (il 34 per cento, ma i campioni analizzati finora non sono esaustivi) non sarebbe conforme alla regolamentazione vigente. Nel mirino c’è un metabolita la cui presenza è definita “generalizzata”, definito con la sigla R471811, presente sia nei corsi in superficie che nelle falde. Una novità preoccupante, anche perché la sostanza fino a poco tempo fa non veniva ricercata nelle analisi di controllo effettuate dalle autorità, dal momento che i laboratori non erano attrezzati per misurarla. Numerose Ars (Agenzie regionali per la salute) non hanno neppure integrato il metabolita nei piani di vigilanza.

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L’acqua è una delle risorse più fragili del nostro Pianeta © iStockphoto

“Più inquietante ancora – prosegue Le Monde – è il fatto che i sistemi di trattamento convenzionali non riescano ad effettuare la depurazione. Così, buona parte dei francesi riceve acqua non conforme ai criteri di qualità”. La regolamentazione prevede non si superino in particolare gli 0,1 microgrammi per litro, poiché la R471811 è considerata “probabilmente cancerogena”, alla stregua della molecola madre, il chlorothalonil.

A Parigi tre milioni di persone ricevono acqua con limiti superati di 4-5 volte

A livello geografico, il rapporto dell’Anses spiega che ad essere colpito è, ad esempio, l’insieme del “Bacino parigino”, che include la capitale. Il Syndicat des eaux d’Ile-de-France (Sedif), società che gestisce la distribuzione di acqua potabile a Parigi, ha confermato che tre dei quattro milioni di clienti serviti ricevono ad oggi acqua nella quale i livelli di R471811 sono da quattro a cinque volte superiori alle soglie.

“Le acque di superficie che formano il 97 per cento delle nostre risorse, la Senna, la Marne e l’Oise sono tutte contaminate”, ha spiegato Sylvie Thibert, responsabile della gestione dei rischi sanitari presso la Sedif. Nelle regioni occidentali la situazione non è diversa: “Stiamo cercando la molecola da gennaio e la troviamo praticamente ovunque”, ha ammesso Mickaël Derangeon della società Atlantic’Eau, uno dei distributori della Loira Atlantica. “Sui nostri 550mila abbonati – ha precisato – in 490mila ricevono acqua non conforme”. Alo stesso modo, di recente un altro studio si è concentrato sulla Bretagna, spiegando che tenendo conto non solo della R471811, ma anche di altri metaboliti, la quota di acqua contaminata è pari al 99 per cento. Praticamente la totalità.

In Svizzera la Syngenta presenta un ricorso per salvare i suoi prodotti

In Francia tuttavia esistono due soglie: quella di “qualità” e quella “sanitaria”. La prima è fissata a 0,1 microgrammi per ciascuna sostanza, la seconda a 3 microgrammi. E benché la prima sia stata superata in moltissimi casi, la legge non prevede restrizioni alla distribuzione. “Tuttavia – osserva Le Monde – la normativa prevede che il superamento delle soglie di qualità non possa durare più di tre anni, con un rinnovo possibile di altri tre. Superati i sei anni, i fornitori sono tenuti a far tornare l’acqua a livelli conformi”.

Ma, precisa Derangeon, “il chlorothalonil è stato utilizzato per cinquant’anni. È certo che i cittadini bevano acqua contaminata da ormai moltissimo tempo”. Intanto, come sempre accade (la vicenda di Monsanto/Bayer e del glifosato fa scuola in questo senso), la Syngenta non sta a guardare. Il metabolita R471811 è stato trovato infatti anche in Svizzera.

Nel “Piano acqua” di Macron la questione del metabolita non è neppure menzionata

E, esattamente come in Francia, l’Ufficio federale di sicurezza alimentare e di veterinaria (Usav) ha considerato la presenza “pertinente” ovvero potenzialmente pericolosa. Fatto contestato dal colosso dei pesticidi con sede a Shanghai, in Cina, che ha depositato un ricorso in tribunale.

Intanto, in Francia gli uffici governativi della prima ministra Elisabeth Borne sono stati informati della situazione il 26 marzo: quattro giorni prima della presentazione in pompa magna, da parte del presidente Emmanuel Macron, del suo vasto “Piano acqua” che ha riempito le prime pagine di tutti i quotidiani. Ma nel quale la questione della contaminazione legata al chlorothalonil non è neppure menzionata.

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