
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
Il ministro dell’Ambiente Ségolène Royal ha annunciato una moratoria sulla ricerca di petrolio in mare: “Rischiamo conseguenze drammatiche”.
Il ministro dell’Ambiente e dell’Energia della Francia, Ségolène Royal, ha annunciato l’introduzione di una moratoria “immediata” sui permessi per le trivellazioni alla ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo. Ciò in ragione dei rischi ambientali elevatissimi che esse comportano.
Mentre l’Italia si appresta a votare, nel referendum che si tiene il 17 aprile, proprio sulla questione delle trivellazioni offshore, dunque, a Parigi si prende una decisione storica, imponendo uno stop dettato da un lato dalla necessità di tutelare l’ambiente, dall’altro dalla volontà di adottare una transizione ecologica verso altre fonti di energia.
Tenuto conto, ha spiegato il ministro francese, “delle conseguenze drammatiche che potrebbero verificarsi in caso di incidente”, nonché del fatto che un eventuale disastro sarebbe potenzialmente in grado di colpire “il Mediterraneo nel suo insieme”, si è ritenuto di applicare la moratoria. Essa riguarderà, ha specificato la responsabile ambientale del governo di Manuel Valls, “sia le acque territoriali della Francia (ovvero quelle che si trovano nelle prime dodici miglia nautiche dalla costa, ndr), sia quelle considerate zona economica esclusiva (ovvero fino a ben 200 miglia dal litorale, ndr)”.
Non solo: Royal ha anche spiegato che domanderà “l’estensione di tale moratoria a tutto il Mediterraneo, nel quadro della Convenzione di Barcellona per la protezione del bacino e del litorale”. L’annuncio da parte del ministro di Parigi è arrivato nel pomeriggio di ieri, venerdì 8 aprile, mentre era in corso la seconda Conferenza nazionale sulla transizione ecologica del mare e dell’oceano, alla quale hanno partecipato anche numerosi istituti di ricerca e Ong.
Ma la posizione della Francia appare piuttosto chiara da tempo: nello scorso gennaio la stessa Royal aveva dichiarato, nel corso di un dibattito parlamentare, che qualsiasi nuova domanda di trivellazioni alla ricerca di petrolio sarebbe stata rifiutata. Lo sfruttamento degli idrocarburi, aveva spiegato il ministro, risulta infatti in conflitto con le disposizioni contenute nella legge sulla transizione energetica, promulgata in Francia nell’agosto del 2015, che prevede una diminuzione del consumo di energie fossili.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
I pannelli fotovoltaici sono la tecnologia verde più utilizzata nella transizione energetica. Ma come smaltirli e riciclarli quando diventano obsoleti?
Il governo vara il ddl che segna l’inizio del ritorno al nucleare, di nuova generazione, per contribuire alla decarbonizzazione. Quali pro e quali contro?
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
Il governo vara un decreto per aiutare le famiglie più fragili contro il caro bollette. Ma manca il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità.
Bp aumenterà gli investimenti nei combustibili fossili di circa il 20 per cento, tagliando del 70 per cento quelli nelle rinnovabili.
A cinque anni dall’entrata in funzione di Tap, il progetto di ampliamento della capacità di trasporto di gas riporta l’attenzione sull’opera.
Da una parte, l’Italia stringe un accordo sulle rinnovabili con Emirati Arabi Uniti e Albania. Dall’altra, continua la corsa al gas fossile.
Dopo aver abbandonato il gas russo, l’Austria sta puntando sulle pompe di calore e la geotermia. Un esempio che potrebbe ispirare il resto d’Europa.