
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Il ministro dell’Ambiente Ségolène Royal ha annunciato una moratoria sulla ricerca di petrolio in mare: “Rischiamo conseguenze drammatiche”.
Il ministro dell’Ambiente e dell’Energia della Francia, Ségolène Royal, ha annunciato l’introduzione di una moratoria “immediata” sui permessi per le trivellazioni alla ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo. Ciò in ragione dei rischi ambientali elevatissimi che esse comportano.
Mentre l’Italia si appresta a votare, nel referendum che si tiene il 17 aprile, proprio sulla questione delle trivellazioni offshore, dunque, a Parigi si prende una decisione storica, imponendo uno stop dettato da un lato dalla necessità di tutelare l’ambiente, dall’altro dalla volontà di adottare una transizione ecologica verso altre fonti di energia.
Tenuto conto, ha spiegato il ministro francese, “delle conseguenze drammatiche che potrebbero verificarsi in caso di incidente”, nonché del fatto che un eventuale disastro sarebbe potenzialmente in grado di colpire “il Mediterraneo nel suo insieme”, si è ritenuto di applicare la moratoria. Essa riguarderà, ha specificato la responsabile ambientale del governo di Manuel Valls, “sia le acque territoriali della Francia (ovvero quelle che si trovano nelle prime dodici miglia nautiche dalla costa, ndr), sia quelle considerate zona economica esclusiva (ovvero fino a ben 200 miglia dal litorale, ndr)”.
Non solo: Royal ha anche spiegato che domanderà “l’estensione di tale moratoria a tutto il Mediterraneo, nel quadro della Convenzione di Barcellona per la protezione del bacino e del litorale”. L’annuncio da parte del ministro di Parigi è arrivato nel pomeriggio di ieri, venerdì 8 aprile, mentre era in corso la seconda Conferenza nazionale sulla transizione ecologica del mare e dell’oceano, alla quale hanno partecipato anche numerosi istituti di ricerca e Ong.
Ma la posizione della Francia appare piuttosto chiara da tempo: nello scorso gennaio la stessa Royal aveva dichiarato, nel corso di un dibattito parlamentare, che qualsiasi nuova domanda di trivellazioni alla ricerca di petrolio sarebbe stata rifiutata. Lo sfruttamento degli idrocarburi, aveva spiegato il ministro, risulta infatti in conflitto con le disposizioni contenute nella legge sulla transizione energetica, promulgata in Francia nell’agosto del 2015, che prevede una diminuzione del consumo di energie fossili.
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