
Grazie a immagini dettagliate della Nasa, si possono studiare le capacità di catturare biossido di carbonio di singoli alberi nelle terre aride africane.
La fusione dei ghiacciai in Islanda è sempre più veloce. Nell’arco degli ultimi vent’anni è scomparsa una superficie pari a 100mila campi da calcio.
Ísland in lingua norrena significa “terra dei ghiacci”, ad indicare il fatto oltre il 10 per cento dell’Islanda sia coperto dai ghiacciai. A causa del riscaldamento globale, però, gli iconici paesaggi di quest’isola dell’Europa settentrionale stanno cambiando in modo profondo e irreversibile. L’ennesima conferma arriva da uno studio scientifico pubblicato dalla rivista Jökull. I numeri in gioco sono allarmanti: dai primi anni Duemila la superficie coperta a ghiacciai si è ridotta di 750 chilometri quadrati. L’equivalente di oltre 100mila campi da calcio.
La fusione dei ghiacciai in Islanda non è una novità. A partire dal 1890 la loro superficie si è ridotta del 18 per cento, cioè di circa 2.200 chilometri quadrati, fino ad arrivare a un totale di 10.400 chilometri quadrati nel 2019. Nell’arco degli ultimi due decenni, però, questo fenomeno ha vissuto una brusca accelerazione, con 750 chilometri quadrati andati perduti a partire dall’inizio del nuovo millennio, cioè il 7 per cento della superficie totale. Tali variazioni mostrano una “chiara risposta alle variazioni del clima”, mettono nero su bianco gli autori dello studio. “Sono stati piuttosto omogenei in tutto il paese, sebbene le ondate e l’attività vulcanica subglaciale influenzino la posizione di alcuni margini dei ghiacciai”.
“Nei prossimi duecento anni tutti i nostri ghiacciai scompariranno. Questo monumento dimostra che sappiamo cosa sta succedendo e cosa dobbiamo fare. Solo voi saprete se l’abbiamo fatto”. Queste parole sono scritte nella targa commemorativa per il ghiacciaio Okjökull, ufficialmente declassato a montagna nel 2019. Una ferita per l’ecosistema, per la cultura locale, per il turismo e anche per l’economia, visto che l’isola ricava gran parte dell’acqua e dell’energia rinnovabile proprio dai fiumi glaciali. Si teme anche che, col venire meno dei ghiacciai, aumentino le probabilità di eruzioni vulcaniche.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Grazie a immagini dettagliate della Nasa, si possono studiare le capacità di catturare biossido di carbonio di singoli alberi nelle terre aride africane.
Una storica risoluzione dell’Onu ha chiesto alla Corte penale internazionale di esprimersi sugli obblighi ambientali dei governi, specie i più inquinanti.
Nonostante il gigantesco impatto sul clima, i voli di jet privati in Europa sono aumentati del 64 per cento in un anno. Uno su dieci è partito dall’Italia.
Il monitoraggio di Greenpeace svela che la crisi climatica è ancora un argomento marginale nell’agenda dei mass media italiani.
16 giovani citano in giudizio lo stato del Montana: sostiene le fonti fossili nonostante la sua Costituzione sancisca il diritto a un ambiente sano.
Gli eventi climatici estremi hanno portato il Malawi a una situazione di emergenza. Attraverso loss and damage, il paese ha ottenuto l’aiuto della Scozia.
Dopo il caldo e la siccità dell’inverno, c’è la possibilità che la primavera sia più piovosa. Ne abbiamo parlato con un meteorologo di 3BMeteo.
L’Ipcc ha pubblicato l’ultimo avvertimento del decennio. E per fortuna, tanto non dice nulla di nuovo e non cambia nulla.
Gravità, urgenza e speranza sono le parole chiave dell’ultimo rapporto di sintesi dell’Ipcc, il gruppo di esperti sui cambiamenti climatici.