La strage del 3 ottobre 2013 sembrò poter segnare una svolta nelle politiche migratorie della Ue. Da allora invece ci sono state oltre 30mila vittime.
G8 di Genova, un’altra condanna dall’Europa: anche a Bolzaneto fu tortura
La Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per la mancata identificazione dei responsabili delle violenze ai manifestanti durante il G8 di Genova del 2001. E per l’assenza, allora, del reato di tortura.
I manifestanti del G8 di Genova del 2001, arrestati e condotti nella caserma di Bolzaneto “furono sottoposti ai di fuori di ogni dubbio a maltrattamenti, a una condizione di estrema vulnerabilità, ad abusi fisici, verbali e psicologici”. In una parola, secondo la Corte europea dei diritti umani, furono sottoposti a tortura.
Di nuovo l’Europa torna a condannare l’Italia per gli abusi delle forze dell’ordine sui manifestanti del G8 di Genova, parlando chiaramente di tortura, un reato che solamente da pochi mesi è stato introdotto nel codice penale italiano. Lo fa con una sentenza che riguarda il ricorso di 59 manifestanti. Nella sentenza, la Corte rimarca che proprio a causa della mancanza di un reato di tortura nella legge italiana all’epoca degli eventi, praticamente tutti gli atti di violenza erano ormai caduti in prescrizione quando i casi sono stati processati, e praticamente nessuna delle persone ritenute responsabili hanno ricevuto una pena adeguata.
La condanna della Corte Europea: a #Bolzaneto fu tortura. Qui il racconto di quei terribili giorni al #G8 di Genova >https://t.co/X2KRkiIfFz pic.twitter.com/TDD018cH8f
— Servizio Pubblico (@Serv_Pubblico) 26 ottobre 2017
Violenze prolungate e di forte intensità
Nel ricorso, i 59 manifestanti dichiaravano di essere stati soggetti a violenze prolungate e di forte intensità (insulti, utilizzo di gas lacrimogeni, percosse, privazione e distruzione degli effetti personali) da parte della polizia e dello staff medico presente nella caserma di Bolzaneto, dove gli arrestati furono detenuti dal 20 luglio 2001, nel primo giorno del G8, fino al giorno 22, a vertice ormai finito.
La Corte ha risposto riconoscendo la dimostrabilità dei trattamenti inumani e degradanti subiti, ma anche che “le difficoltà nell’identificazione degli autori delle violenze e il fatto che il codice penale italiano non preveda alcuna fattispecie di tortura ha complicato i processi”. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha disposto risarcimenti per i 59 manifestanti che vanno dai 10mila agli 85mila euro.
Una legge arrivata 16 anni dopo
Solamente dallo scorso agosto l’Italia si è dotata, dopo lunghi anni di attesa e di rinvii, di una legge sul reato di tortura, che prevede la reclusione da un minimo di 4 a un massimo di 12 anni per chiunque, con violenze o minacce gravi e con crudeltà, “provochi acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, oppure che si trovi in condizioni di minore difesa”. La nuova legge non è però applicabile ai reati della Diaz e di Bolzaneto, risalenti ormai a 16 anni fa.
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A sedici anni di distanza, i drammatici fatti del G8 di Genova del 2001 sono tornati prepotentemente d’attualità nei giorni scorsi per molteplici motivi. Proprio in coincidenza con l’anniversario della morte di Carlo Giuliani durante gli scontri del 20 luglio, infatti, alcuni tra i condannati per i pestaggi ai manifestanti alla caserma Diaz venivano reintegrati
L’esame del disegno di legge per introdurre anche in Italia il reato di tortura è sospeso fino a data da destinarsi. La decisione arriva nei giorni del quindicesimo anniversario del G8 di Genova, quando – nel luglio 2001 – le forze dell’ordine commisero abusi nella caserma di Bolzaneto a danno delle persone arrestate ingiustamente mentre si trovavano
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