La più grande compagnia energetica del Paese il 31 agosto ha chiuso l’ultima centrale elettrica a carbone: uno step importante per il futuro danese.
La Germania può fare a meno del carbone. Le rinnovabili segnano un nuovo record
Nei giorni scorsi la tempesta Zeljko ha attraversato l’Europa settentrionale con venti forti che hanno anche provocato qualche danno. Al sud, intanto, il sole splendeva senza tregua. Una condizione perfetta per le rinnovabili tedesche visto che nel nord della Germania è presente la maggior parte delle turbine eoliche tedesche, mentre le regioni meridionali ospitano un
Nei giorni scorsi la tempesta Zeljko ha attraversato l’Europa settentrionale con venti forti che hanno anche provocato qualche danno. Al sud, intanto, il sole splendeva senza tregua. Una condizione perfetta per le rinnovabili tedesche visto che nel nord della Germania è presente la maggior parte delle turbine eoliche tedesche, mentre le regioni meridionali ospitano un numero cospicuo di impianti solari.
Questa condizione ha fatto raggiungere alla Germania un nuovo e promettente record, dopo quello danese. Il 25 luglio il 78 per cento di tutto il fabbisogno elettrico tedesco è stato coperto dalla combinazione armoniosa di vento, sole, acqua e biomasse. Il record precedente, datato maggio 2014, era del 74 per cento. In totale sono stati prodotti 61,1 gigawatt (GW) di elettricità, di cui 8,75 GW destinati all’esportazione verso paesi confinanti.
Craig Morris, esperto di energia e giornalista del sito tedesco Energy Transition, ha confermato l’eccezionalità del record, dettato da condizioni meteo particolarmente favorevoli. Ma i dati di luglio fanno ben sperare anche per il medio-lungo periodo, cioè per completare la transizione energetica in atto nel paese, volta a liberarlo dalla CO2. In questo senso Morris segnala che anche durante la notte sono stati raggiunti risultati eccellenti con un picco del 25 per cento di energia rinnovabile (in questo caso da eolico, idroelettrico e biomasse) prodotta nella notte del 22 luglio.
Germania come modello dunque, anche perché questo risultato conferma come la scelta di abbandonare l’energia nucleare (in seguito al disastro di Fukushima) fosse tutt’altro cha azzardata. Anzi, è un chiaro messaggio per il vicino francese che sembra non possa farne a meno pur avendo un clima simile a quello tedesco. Una fortuna da valorizzare puntando sul mix energetico, cioè investendo su fonti di energia pulite e diverse fra loro, per sconfiggere una volta per tutte il monopolio dei combustibili fossili quali petrolio e gas naturale e allontanare le minacce di un’energia pericolosa come quella nucleare.
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