
L’esportazione è una pratica obsoleta e crudele. L’Italia e l’Europa intera devono sostenere un cambiamento che salvaguarda il benessere degli animali.
Decine di cittadini francesi hanno ritrovato nelle urine concentrazioni di glifosato ben oltre i limiti consentiti. E hanno sporto denuncia.
L’Ariège è un dipartimento francese della regione Occitania, situato al confine con la Spagna. Il capoluogo è la cittadina di Foix, meno di diecimila abitanti. E il territorio è costituito praticamente soltanto da campi coltivati, colline e da una porzione della catena dei Pirenei. Chi abita qui si può considerare in piena campagna, lontano da industrie, traffico stradale, grandi infrastrutture inquinanti. Eppure, in 60 si sono visti costretti a depositare una denuncia presso il tribunale. Per “attentato alla sicurezza altrui e all’ambiente”.
Ariège : 60 nouvelles plaintes bientôt déposées contre des fabricants de pesticides – France 3 Occitanie https://t.co/wB3BMrGBgq
— Jacques Dufresne (@jacqduf) 22 settembre 2018
Nel mirino delle decine di cittadini “ariégois” che si sono rivolti ai giudici c’è il glifosato, sostanza chimica alla base del pesticida Roundup, prodotto dall’americana Monsanto (ormai di proprietà della tedesca Bayer). Come riportato dal quotidiano 20 Minutes, infatti, i cittadini francesi hanno deciso di aderire ad una campagna organizzata dai “Faucheurs volontaires” (“Falciatori volontari”): un movimento transalpino che lotta principalmente contro gli organismi geneticamente modificati.
Obiettivo: sottoporre ciascuna persona ad analisi delle urine per comprendere quali siano i tassi di glifosato assorbiti dai loro organismi. I prelievi sono stati effettuati nello scorso mese di aprile e i risultati sono stati senza appello. Coloro che hanno deciso di depositare un esposto, si sono ritrovati con in media 1,43 nanogrammi per millilitro nei campioni prelevati, il che rappresenta 14 volte la dose massima autorizzata nell’acqua potabile.
Di qui la decisione di chiedere giustizia: una denuncia che si aggiunge ad una prima già depositata da otto cittadini di Foix nello scorso mese di giugno. E che non si limita a chiedere conto dei propri comportamenti alla Monsanto (così come alle altre aziende che usano tale sostanza). I cittadini puntano il dito anche contro le istituzioni. A partire da quelle europee che hanno consentito – e consentono – la commercializzazione del glifosato.
Ariège : des faucheurs volontaires déposent plainte contre des fabricants de pesticide https://t.co/Lwqv6ljxZT
— Chloé Muller (@Chloe_Abeille) 15 giugno 2018
Nonostante i rischi, infatti, l’Unione europea nello scorso mese di novembre ha autorizzato i prodotti a base di tale sostanza per altri cinque anni. Mentre la stessa Francia di Emmanuel Macron, malgrado gli annunci rassicuranti, ha dimostrato di tentennare fortemente sul tema.
“Da mesi sapevamo di non poter contare sui decisori politici affinché prendessero una posizione netta sul glifosato. Possiamo fare affidamento soltanto sui cittadini”, ha affermato Dominique Masset, uno dei responsabili dell’associazione “Campagna Glifosato”. Secondo il quale altri 250 abitanti dell’Ariège hanno deciso di effettuare analisi delle urine e sono pronti ad unirsi alla battaglia legale.
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