Google è il motore di ricerca, se non il sito in assoluto, più utilizzato al mondo e ha deciso di sfruttare la sua enorme diffusione per proteggere la Terra. Di recente la società statunitense ha messo in atto una serie di modifiche a molti dei suoi prodotti per rendere maggiormente sostenibili le ricerche degli utenti. E non si tratta dell’unica mossa in chiave sostenibile: Google ha deciso di sospendere gli annunci pubblicitari che promuovono disinformazione sui cambiamenti climatici e negano le conseguenze causate dal riscaldamento globale. Una presa di posizione netta che potrebbe mettere pressione sulle altre aziende tecnologiche e incentivare un cambio di paradigma nel web e non solo.
Sundar Pichai discusses the opportunities and hurdles in Google’s plan to go carbon-free, and how sustainability is on the agenda of every CEO he meets. https://t.co/K0jlTC58xX
“Oggi presentiamo alcuni strumenti per aiutare le persone a fare scelte sostenibili con i prodotti di Google”, ha scritto sul blog ufficiale il l’amministratore delegato Sundar Pichai. I cambiamenti riguardano gli strumenti più conosciuti e utilizzati dell’azienda con sede a Mountain View, in California.
Google Maps utilizzerà come impostazione predefinita il percorso più ecologico attraverso il quale si producono meno emissioni di CO2. Questo aggiornamento entrerà in vigore negli Stati Uniti a breve e in Europa nel 2022. Se ci vorrà molto più tempo per raggiungere la destinazione con il percorso ecologico, gli utenti potranno scegliere tra il percorso più veloce o quello sostenibile. “Riteniamo che la funzione avrà lo stesso impatto del ritiro di oltre 200mila auto dalla strada”, ha affermato Pichai. L’aggiornamento mostrerà anche dove è disponibile il parcheggio per bici e scooter elettrici al fine di promuovere l’utilizzo di mezzi non inquinanti.
Google Travel e Flights, i due siti per la ricerca di voli aerei e per l’organizzazione dei viaggi, verranno resi più attenti verso la questione climatica. Google mostrerà le emissioni di gas serra associate a un volo nei risultati di ricerca ed etichetterà i tragitti che hanno emissioni significativamente minori aggiungendo un badge verde. Lo stesso succederà con gli hotel che hanno ricevuto un attestato di sostenibilità. Le emissioni di CO2 verranno calcolate tenendo conto del tipo di aeromobile utilizzato e terranno conto anche del posto scelto a bordo. I posti a sedere in prima classe, infatti, comportano maggiori emissioni perché occupano più spazio sul velivolo. Le compagnie aeree American Airlines e Lufthansa forniranno dati sull’utilizzo del carburante per aiutare Google a convalidare le sue informazioni sulle emissioni.
Perfino nella sezione Shopping ci saranno nuove funzioni per favorire scelte ambientaliste. Google fornirà suggerimenti sui risultati degli acquisti con bassa richiesta energetica e renderà più facile per i clienti che acquistano una nuova auto optare per un mezzo ecologico. Il motore di ricerca segnalerà le auto ibride ed elettriche per renderle più facili da trovare. L’interesse per il traffico non si limita agli acquisti: a Mountain View stanno stanno lavorando a un progetto di ricerca per ottimizzare l’efficienza dei semafori in un’intera città, in modo da limitare il periodo di tempo in cui le auto sono ferme con il motore accesso.
Inoltre, Google utilizzerà l’intelligenza artificiale e le immagini aeree per vedere dove si trovano gli alberi in una città e dove manca la copertura verde, in grado di raffrescare il clima. Il programma si chiama Tree Canopy Insights. Si tratta di progetti e modifiche che delineano la nuova corrente ambientalista scelta da Pichai, ma Google vuole spingersi ancora oltre: nel mirino dell’azienda sono finiti gli annunci che minimizzano i cambiamenti climatici.
Google vieta gli annunci contro i cambiamenti climatici
Google ha affermato che non mostrerà più pubblicità sui video di Youtube e altri contenuti che promuovono affermazioni sbagliate o non corrette sui cambiamenti climatici. La decisione, presa dal team marketing dell’azienda, non consentirà ai siti web o ai creatori di Youtube di guadagnare denaro pubblicitario dai contenuti che “contraddicono il consenso scientifico consolidato sull’esistenza e le cause del riscaldamento globale”. Pichai ha descritto questa decisione come una “manifestazione fisica del nostro impegno per la sostenibilità, che risale alla nostra fondazione 23 anni fa”.
La policy si applica ai contenuti che fanno riferimento alla crisi climatica come una bufala o una truffa, a quelli che negano la tendenza a lungo termine che il clima si stia riscaldando o verso coloro che negano che le emissioni di gas serra o l’attività umana stiano contribuendo al riscaldamento del clima terrestre. Riferimenti dettagliati che mirano a escludere i negazionisti di maggior successo su Youtube e mettono pressione sulle altre aziende del settore cosiddetto Big Tech, come Facebook, che non hanno ancora promosso decisioni di questo tipo.
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