
L’obiettivo è quello di colmare lacune regolatorie su tecnologie considerate strategiche per decarbonizzare l’industria, ma non mancano le criticità.
Negli Usa un primo esperimento di monitoraggio puntuale della qualità dell’aria urbana. Migliaia di dati sveleranno gli inquinanti in ogni area analizzata.
Si tratta di un accordo tra Google e l’azienda di monitoraggio Aclima: tre Google car sono state attrezzate con le piattaforme mobili fornite dall’azienda per analizzare la presenza di biossido e monossido di azoto, ozono, monossido di carbonio, anidride carbonica, metano, particolato e altri composti organici volatili. Tutti inquinanti che peggiorano la qualità dell’aria, la salute umana, e incrementano le emissioni climalteranti.
Le auto hanno testato il sistema per circa un mese nell’area metropolitana di Denver, collaborando col sistema di monitoraggio della Nasa Discover-Aq, che dallo scorso anno monitora in senso verticale la qualità dell’aria dei centri urbani.
Nel corso delle 750 ore di impiego, le stazioni mobili hanno raccolto 150 milioni di dati, che interpolate con i dati raccolti dalle stazioni fisse dell’Epa (Ente per la protezione dell’ambiente), potranno disegnare una mappa completa e puntuale dell’aria che si respira a Denver, in questo caso.
Come spiega Mike Hower su GreenBiz.com, “Gli studiosi hanno sempre faticato molto per capire esattamente dove e come le persone fossero esposte agli inquinanti; il monitoraggio è complicato dal semplice fatto che l’aria è ovunque, mentre gli scienziati no”. Niente di più vero.
Con questo metodo è possibile fare un’esatta fotografia della qualità dell’aria, così come Street View la fa alle vie delle nostre città. In questo modo i big data raccolti saranno utili per capire quali sono le zone più a rischio. Dati utili non solo per le amministrazioni o i ricercatori, anche per i cittadini. Domani un’app potrebbe dirci in tempo reale qual è la qualità dell’aria che stiamo respirando in quel momento, appena usciti di casa o appena scesi dalla metro.
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