Come osate. S’intitola così l’ultimo libro di Gianfranco Mascia, giornalista che ama definirsi “nonno per il clima”. “Come osate?” è la domanda che la giovane attivista svedese Greta Thunberg, leader del movimento Fridays for future, ha rivolto ai politici di tutto il mondo nel discorso che ha pronunciato al Climate action summit a New York nel 2019. Un interrogativo provocatorio, che nelle interviste raccolte da Mascia viene personalizzato da undici ragazzi e sette ragazze di questo movimento “globale, pacifico, apartitico e contro qualunque discriminazione”, che da un paio d’anni si battono perché l’emergenza climatica sia trattata come una crisi da risolvere con soluzioni efficaci e tempestive. Per questo chiedono: “Come osate rimanere immobili?”; “Come osate rimanere indifferenti mentre gran parte della popolazione umana rischia la vita?”; “Come osate parlare di ambiente solo perché va di moda?”.
Dobbiamo riuscire a “decostruire un sistema che mette il profitto prima della vita”, secondo Riccardo Nanni, attivista romano. Il progresso non dev’essere unicamente “finalizzato al guadagno, senza curarsi della spesa in termini di salute, perdita di territorio e sfruttamento di altre popolazioni”. L’uomo sta sfruttando il proprio Pianeta letteralmente come se non ci fosse un domani. Anzi, come se avesse altri pianeti dove potersi trasferire. Infatti, ogni anno arriva prima il cosiddetto Overshoot day, giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni. È ora di “scardinare il paradigma economico della crescita infinita in un Pianeta finito”, concorda il meteorologo Luca Mercalli, uno dei pochi adulti cui è data voce in capitolo nel libro, insieme al geologo Mario Tozzi e al professor Alberto Rainoldi dell’Università di Torino.
I ragazzi e le ragazze di Fridays for future saranno davvero la chiave di volta? Secondo Mercalli, sì: la società umana è paragonabile ai sistemi complessi esistenti in natura, “in cui i piccoli cambiamenti possono innescare un effetto valanga”. Il noto divulgatore scientifico ritiene che non esistano buoni e cattivi, ma piuttosto attori con ruoli precisi, nessuno dei quali può esimersi dal fare la propria parte. “La politica – spiega Mercalli a Mascia – quando agirà sappiamo già che farà scelte impopolari per tutti. Al contrario, una forza compatta che compie scelte di consumo potrebbe spostare subito una fetta di società realizzando un segnale politico fortissimo”.
E, nonostante le critiche, questi giovani stanno davvero attuando scelte coraggiose. Persino quella di spostarsi in bici a Roma è una scelta coraggiosa. Ma c’è chi osa ancora di più. Cristiana Cerri Gambarelli, nata ad Alba, in Piemonte, ha deciso di rinunciare agli aerei per viaggiare solo in autobus o treno. Un bell’impegno, considerando che lei vive a Bruxelles, il suo ragazzo in Scozia e sua sorella in Spagna. Inoltre, ha partecipato alla battaglia per proteggere Barbuda, l’isola caraibica devastata dall’uragano Irma, dalla cementificazione. Prima studiava economia, ma i primi tre anni “sono tutti incentrati sul trasmettere il valore del consumismo: tutto quello che ti viene insegnato è come poter influenzare le leggi del mercato per far aumentare i consumi”. Ora Gambarelli lavora presso la Federazione dei giovani verdi europei, così da far valere i valori che le stanno a cuore.
Miriam Martinelli, un tempo conosciuta come “la Greta italiana” – appellativo che non ama perché preferisce si parli del suo messaggio –, ha già in programma di studiare all’università le tecniche dell’agricoltura rigenerativa, utile per dare nuova vita alle aree non più fertili e fornire un valido aiuto nella lotta contro i cambiamenti climatici. E ricordiamoci che questa lotta, come sottolinea Vincenzo Mautone di Napoli, riguarda il nostro paese da vicino: dalle polveri sottili al nord alla gestione dei rifiuti al sud; e garantire a tutti un ambiente più sano significa parallelamente rendere la società più inclusiva ed equa, assottigliando le disuguaglianze sociali.
Nel volume, edito da Vallardi, viene poi raccontata la storia di altri attivisti e attiviste per il clima, meno famosi di Thunberg ma ugualmente importanti, da Vanessa Nakate a Severn Cullis-Suzuki, conosciuta come “la bambina che zittì il mondo per sei minuti” per il suo discorso al Vertice della Terra delle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro. Molti si chiedono come mai lei non abbia generato la stessa eco della svedese, ma probabilmente la risposta è molto semplice: all’epoca non esistevano i social media, che costituiscono invece un mezzo fondamentale per i membri di Fridays for future.
Mascia conclude il suo libro con una lettera a Diana, la sua pronipote. Ovviamente non vogliamo svelarvi il contenuto, ma preferiamo piuttosto lasciarvi con questa provocazione: “Come osate non aiutarci?”. È forse questo il vero punto di partenza.
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